il caso
Il raduno di softair con la coppola, scoppia la polemica a Mesagne: «Gli organizzatori si scusino»
L’ex sindaco Matarrelli dopo l'articolo della Gazzetta: «Inopportuna l’immagine scelta per il manifesto»
«Le forze dell’ordine e la magistratura del luogo sicuramente lavoreranno». È il commento del procuratore capo Nicola Gratteri interpellato sulla vicenda che negli ultimi due giorni ha scatenato polemiche e indignazione nella comunità della città di Mesagne, rimbalzata per settimane sui social tra l’immagine di gangster e di mitragliatrici. E di «picciotti», come sono stati definiti in una intervista i partecipanti alla competizione sportiva di soft air dall’organizzatore dell’evento di caratura nazionale.
Il Comune di Mesagne, il 13 ottobre, aveva deliberato la concessione gratuita del patrocinio e delle sale del Castello Normanno Svevo per ospitare i giocatori provenienti da Calabria, Basilicata e Puglia nella manifestazione organizzata da una associazione sportiva, la «Work Team Softair». Un torneo di una disciplina basata sulla simulazione di azioni militari e sul gioco di squadra, con repliche di armi a canna liscia che sparano pallini di plastica biodegradabile.
Ma l’uso di quelle immagini ha creato molte perplessità. Sul punto è cauto il vescovo di Brindisi Giovanni Intini: «In questo momento - ha risposto - vorrei evitare ogni dichiarazione che potrebbe essere strumentalizzata in chiave politica, considerando la campagna elettorale in corso». Mentre l’ex sindaco di Mesagne per due mandati, Toni Matarrelli (si è dimesso per candidarsi alle Regionali) ammette che qualcosa non ha funzionato: «L’amministrazione comunale ha sempre sostenuto tutte le attività sportive affiliate al Coni, come il calcio, il basket, la pallavolo, il taekwondo e la boxe. Così è accaduto con il soft air, disciplina sportiva appunto riconosciuta dal Coni. Ogni riferimento a simboli negativi è assolutamente contrario alla nostra cultura e quindi costituisce un grave errore per il quale sollecitiamo gli organizzatori dell’iniziativa in questione a porgere sincere scuse alla nostra comunità».
Un invito chiaro quello di Matarrelli che si è dissociato dal tema utilizzato. Dissociazione che ha visto il parere concorde di don Pietro De Punzio, vicario foraneo e responsabile della Casa di Zaccheo, alla quale la competizione sportiva ha donato in beneficenza parte dei ricavati.
Evento che ha visto radunare nella città di Mesagne centossessanta partecipanti giunti dalla Calabria, dalla Basilicata e dalla Puglia, che hanno sfilato con coppola e bretelle.