L'azione

Xylella, l’assalto dei negazionisti: sfregi e furti nei terreni degli agricoltori impegnati nel reimpianto degli ulivi

Mauro Ciardo

Ad essere preso di mira venerdì scorso è stato un oliveto super intensivo, sito in agro di Bagnolo, di proprietà dell’avvocato Sandra Marrocco, che già in passato aveva ricevuto “visite” con danni incalcolabili

«Basta con i raid dei negazionisti, le aziende olivicole stanno facendo enormi sforzi per dare respiro a un territorio devastato». È il grido d’allarme lanciato da un gruppo di aziende agricole salentine dopo l’ennesima incursione nei loro terreni. Una situazione preoccupante che dopo furti, distruzioni di impianti di irrigazione e decapitazioni di alberelli, questa volta ha visto l’imbrattamento di una struttura rurale per lanciare un messaggio contro le monocolture, e il taglio di altri alberi. Ad essere preso di mira venerdì scorso è stato un oliveto super intensivo, sito in agro di Bagnolo, di proprietà dell’avvocato Sandra Marrocco, che già in passato aveva ricevuto “visite” con danni incalcolabili. Persone dal volto ancora ignoto hanno imbrattato con vernice spray un casolare che sorge a pochi metri dalle piccole piantine di olivi, recentemente messe a dimora, con chiaro concetto negazionista in merito alla piaga di Xylella fastidiosa, che da dodici anni, purtroppo, sta distruggendo il patrimonio olivicolo millenario salentino. L’atto vandalico è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Lecce attraverso una denuncia presentata dalla stessa imprenditrice nelle mani dei carabinieri.

Ieri mattina l’ennesimo episodio, questa volta ai danni di un’azienda di medie dimensioni della vicina Carpignano Salentino, che si è vista tagliare di netto una ventina di piante. Un atto vandalico e distruttivo che è stato compiuto, si presume, tra sabato scorso (data dell’ultimo sopralluogo effettuato su campo dal proprietario) e la notte tra lunedì e martedì, visto che ieri all’alba è stata fatta l’amara scoperta dall’olivicoltore. La tecnica pare sia sempre la stessa, incursioni rapide che avvengono di notte, oppure alle prime luci del mattino, con interi filari buttati giù dalle lame delle catene delle motoseghe, che hanno facile presa sui tronchi ancora teneri.

L’imprenditore, da quanto si apprende, dopo la valutazione dei danni in queste ore sta depositando una denuncia contro ignoti alle forze dell’ordine.

Purtroppo non sono gli unici casi registrati. Il 1° novembre dell’anno scorso, va ricordato, sia l’azienda di Marrocco che altre tre presenti nella stessa zona della Grecìa Salentina, furono prese di mira con un vero e proprio atto criminale multiplo che portò alla decapitazione, a colpi di motosega, di centinaia di alberi carichi di olive pronte per essere raccolte. «In quella data vennero colpite altre tre aziende insieme alla mia – ricorda Marrocco – sempre con le stesse modalità che hanno visto il taglio degli alberi e degli impianti di irrigazione. In quel frangente il danno fu enorme, perché si trattava di piante di cinque anni e mezzo di età. I carabinieri rilevarono anche le impronte nel fango e speriamo che si possa presto risalire agli autori. Nel mio terreno ne vennero tagliate 38 e non potete immaginare il dolore nel vedere tanta fatica riversa a terra con tutto il suo frutto, con gravissimi danni economici».

Gli olivicoltori impegnati nel reimpianto, da diverso tempo stanno combattendo una lotta non solo contro gli sfregi ma anche contro i furti, visto che si sono visti estirpare le cultivar con tutte le radici. L’unica arma che hanno a disposizione è quella di presentare ogni volta una denuncia alle forze dell’ordine. Sempre nell’azienda Marrocco di Carpignano tempo fa furono trafugate dal terreno 52 piantine, con tutti i relativi sostegni, della cultivar Favolosa Fs17, tra quelle dichiarate resistenti al batterio. Stessa storia a Ugento, sul versante jonico salentino, dove tra la fine dell’anno scorso e l’inizio di quest’anno diverse aziende sono state prese di mira. In una sono state trafugate circa 500 piantine, in un’altra circa 300. «La situazione sta degenerando – tuona Marrocco – c’è una rete negazionista che sta compiendo azioni contro gli impianti super intensivi, accusandoci di sfruttare la terra. Al contrario – spiega - noi stiamo facendo qualsiasi sforzo per evitare la desertificazione di questo territorio, cercando – conclude – di ridare una speranza verde».

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