serie a

Garzya rialza il muro: «Il Lecce prima di tutto»

Antonio Calò

«Bravo Baschirotto, ma i giocatori passano e la squadra rimane»

Tra gli argomenti di mercato che in questi giorni, in casa Lecce, tengono banco tra tifosi ed addetti ai lavori c’è quello legato alla sostituzione dell’ormai ex capitano Federico Baschirotto, ceduto alla Cremonese. Tutti si aspettano che arrivi un centrale difensivo che dia ampie garanzie, in quanto il ruolo ha un’importanza-chiave nell’economia della struttura di una squadra perché è tra quelli che ne compongono l’asse portante.

«Nelle ultime tre stagioni, Baschirotto è stato uno degli uomini simbolo del Lecce, insieme a Falcone - dice l’ex giallorosso Gigi Garzya, che da calciatore giostrava nella medesima posizione del giocatore di Isola della Scala - A volte è stato criticato per qualche errore, ma solo perché quando a sbagliare è un difensore, sovente gli avversari ne approfittano per andare in gol. Inoltre, c’è chi ha puntato il dito su di lui perché aveva delle lacune in fase d’impostazione. Ma un marcatore, per quel che mi riguarda, deve sapere innanzitutto neutralizzare l’uomo, fungere da argine dinanzi agli attacchi dei rivali e lui c’è riuscito quasi sempre bene. A questo si aggiunga che ha dimostrato abnegazione alla causa ed attaccamento alla maglia. Merita quindi di essere ricordato in maniera positiva».

Ora, però, è passato alla Cremonese: «Bisogna voltare pagina perché i calciatori passano ed il Lecce va avanti. Sono convinto che al suo posto arriverà un centrale difensivo di spessore. Insomma, non sono preoccupato per la sua sostituzione. È il caso di rammentare che dopo la prima stagione delle tre di fila disputate in A è andato via un top player del calibro di Umtiti e Corvino ha inserito Pongracic. Poi è stato ceduto il croato, altro atleta di valore, ed è stato ingaggiato Gaspar, che in pochi sapevano chi fosse. Ma l’angolano è stato all’altezza del compito. Il responsabile dell’area tecnica Corvino sa cosa fare. Anche questa volta “pescherà” l’uomo giusto».

Durante il precampionato, Tiago Gabriel si è disimpegnato bene, ma si tratta di un calciatore giovane, totalmente privo di esperienza a certi livelli, un prospetto che va fatto crescere per gradi: «Le amichevoli sono una cosa e le partite di campionato un’altra. Cambiano le pressioni, sono differenti le qualità degli avversari, muta l’attesa dei tifosi. Non penso che la società abbia in animo di dare al portoghese i gradi da titolare, anche se merita di essere tenuto in debito conto nell’ottica del medio periodo perché ha delle potenzialità interessanti».

Garzya sottolinea il proprio pensiero sulla costruzione della squadra: «Sono convinto che le fondamenta siano costituite da un reparto arretrato solido. Anche se oramai si parla di fase di non possesso. Analizzando i dati dei tanti campionati passati in archivio, sia nell’economia della lotta-scudetto che nell’ottica della bagarre-permanenza, è fondamentale incassare pochi gol. Non si può prescindere da questo aspetto. Quindi, il ruolo del difensore centrale, come quello del portiere, ha una valenza enorme. Sono loro a guidare il reparto».

In precampionato, in amichevole, il Lecce ha collezionato tre successi ed una sconfitta, sfoderando prestazioni a luci ed ombre: «Questa fase serve a gettare le basi dei prossimi mesi. È cambiato l’allenatore, che sta introducendo i suoi concetti di gioco. Occorre tempo e pazienza. I risultati non hanno alcuna importanza, anche se il tifoso vorrebbe che la propria formazione vincesse sempre. Ciò che conta è lavorare sodo, progredire per gradi, mettere in conto le battute d’arresto ed avere una idea ben precisa del percorso da compiere, tenendosi pronti ad operare i necessari correttivi qualora si constatasse, in taluni casi, che certe situazioni non sono nelle corde del gruppo o dei singoli».

Il mercato del Lecce non sembra essere ancora entrato nel vivo, nel senso che c’è da supporre che i colpi più importanti debbano ancora essere messi a segno: «Sono numerosi i sodalizi che ancora che sono in attesa di concludere le operazioni di maggiore rilievo. Si sono mossi i top club e nemmeno tutti. Le altre società hanno fatto solo qualcosa. Mi aspetto che l’area tecnica giallorossa inserisca in organico tre o quattro calciatori titolari, uno per reparto, ammesso che non si registrino partenze eccellenti».

Molti club, sulla carta, vogliono Nikola Krstovic ma, ad oggi, nessuno ha avanzato proposte concrete al Lecce: «L’ipotesi più probabile è che, alla lunga, il montenegrino vada via perché i suoi estimatori sono tanti perché è forte ed è giovane. Ha quindi una prospettiva di lungo periodo. Lui, a sua volta, aspira legittimamente a cimentarsi a livelli più alti ed a guadagnare di più. Egoisticamente, invece, vorrei che restasse nel Salento».

Se dovesse partire in extremis, però, potrebbe diventare complicato trovare un sostituto all’altezza: «Queste dinamiche saranno gestite da Corvino. Sono convinto che il responsabile dell’area tecnica ed il direttore sportivo Trinchera abbiano stilato una rosa di nomi dalla quale attingere qualora Krstovic si trasferisca altrove».

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