il processo

Omicidio Paolo Stasi, pena ridotta da 20 a 16 anni per Luigi Borracino

Secondo l’accusa Borracino avrebbe agito in concorso con il 23enne Cristian Candida che è a processo con rito ordinario davanti al tribunale di Brindisi

La Corte d’Appello di Lecce ha ridotto da 20 a 16 anni di reclusione la condanna per Luigi Borracino, il giovane condannato per l’omicidio del 19enne Paolo Stasi, ucciso con un colpo di pistola davanti all’ingresso della sua abitazione il 9 novembre del 2022 per un presunto debito di droga. La Corte ha accolto l’istanza di concordato sulla pena presentata dall’avvocato Maurizio Campanino, difensore di Borracino, confermando le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi. Borracino all’epoca dei fatti non aveva compiuto ancora 18 anni, ed in primo grado il tribunale per i minorenni lo aveva condannato con l’abbreviato a 16 anni di reclusione per l'omicidio e poi altri quattro per reati in materia di droga.

La famiglia di Paolo Stasi, presente oggi alla lettura del dispositivo e assistita dall’avvocato Domenico Attanasi, non ha ritenuto «esprimersi in merito al trattamento sanzionatorio, la cui valutazione è rimessa esclusivamente all’autorità giudiziaria procedente». «Si rileva - sottolineano i familiari della vittima tramite il proprio legale - positivamente il raggiungimento di uno snodo decisivo nell’accertamento dei fatti da cui è scaturita la morte di Paolo Stasi, anche con riguardo alle circostanze aggravanti della premeditazione e dei futili motivi».

Secondo l’accusa Borracino avrebbe agito in concorso con il 23enne Cristian Candida che è a processo con rito ordinario davanti al tribunale di Brindisi. Nell’ultima udienza il pubblico ministero ha invocato nei confronti del 23enne la pena dell’ergastolo. Per gli investigatori l’omicidio del 19enne è riconducibile a un debito di 5mila euro contratto con Borracino da Stasi e dalla madre per il consumo di hascisc e marijuana che venivano confezionati ai fini di spaccio nell’abitazione della vittima. La donna ed il figlio avrebbero consumato ma pagata solo in parte la droga. Nel processo in corso a Brindisi la madre è imputata per detenzione ai fini di spaccio: il pm ha chiesto per lei l’assoluzione.

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