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Tutti i nodi da sciogliere per il Lecce di Giampaolo
Difesa, centrocampo, attacco: servono scelte decise
LECCE - Sono giorni cruciali, per il Lecce, in vista della ripresa del campionato dopo la sosta dettata dagli impegni delle nazionali. Da sabato 29 marzo, giorno in cui è in programma la gara casalinga con la Roma (ore 20,45), al 24 o 25 maggio (la data è da definire), quando è in calendario la sfida esterna con la Lazio che chiuderà il torneo, la formazione salentina dovrà conquistare i punti necessari per centrare una permanenza che sarebbe storica perché permetterebbe al club giallorosso di cimentarsi per quattro stagioni di fila in massima serie, cosa mai accaduta sino ad oggi.
Il trainer Marco Giampaolo è chiamato a sciogliere alcuni nodi in vista della volata finale, in modo tale da schierare, alla ripresa delle ostilità, la migliore formazione possibile, tra gli undici che andranno in campo dal primo minuto ed i cinque cambi a disposizione, che oramai incidono sovente in maniera significativa sull’esito delle gare.
In difesa, è tornato disponibile Kialonda Gaspar, che è stato anche convocato dall’Angola. Ad oggi, però, il centrale difensivo, titolarissimo ad inizio anno e sino all’infortunio subito all’Olimpico, nel match di andata giocato contro la Roma il 7 dicembre, non è stato ancora impiegato. Il tutto, nonostante negli ultimi tempi il reparto, che sembrava aver trovato una sua solidità, sia tornato a soffrire parecchio, come testimoniano le cinque reti incassate contro Milan e Genoa. Rientrare dopo essere stati tanti mesi fuori, per di più in un ruolo delicatissimo, non è mai semplice perché avere il ritmo partita è cosa diversa che allenarsi al top, ma la sua fisicità e la sua esperienza potrebbero tornare utili in una fase delicatissima dell’annata agonistica come quella che sta per arrivare. Anche su quelle palle inattive sulle quali il Lecce soffre spesso quando le subisce e che sfrutta poco quando le ha a propria disposizione.
Un altro interrogativo è legato al centrocampo ed alla coesistenza tra il mediano Medon Berisha e la mezzala-trequartista Thorir Helgason, gli elementi dai piedi più «delicati» presenti in rosa nella zona nevralgica del campo. A questo interrogativo, Giampaolo ha sempre risposto che i due possono essere schierati senza dubbio insieme se entrambi sono al meglio della condizione fisica. Ebbene, l’albanese e l’islandese sono stati gettati nella mischia contemporaneamente contro il Milan, per 56’, ed a Genova, per 82’, ma hanno convinto solo sino ad un certo punto perché si è avuta l’impressione che il collettivo abbia perso qualcosa nella fase di non possesso. Eppure Berisha, contro Torino e Lazio, prima del doppio infortunio che lo ha bloccato a lungo, ha dimostrato di sapere difendere, oltre che dare geometrie alla manovra. Significa quindi che non è ancora al meglio? Che con lui ed Helgason nell’undici-base la «coperta» risulta corta quando sono i rivali ad avere il pallino del gioco? Oppure che sugli esterni Santiago Pierotti e Tete Morente nelle ultime uscite non hanno garantito il solito contributo quando hanno dovuto ripiegare?
Dalle risposte a questi quesiti dipenderanno le scelte dell’allenatore in vista delle nove sfide decisive per il raggiungimento del traguardo al quale l’intero ambiente anela.
D’altro canto, a centrocampo, reparto nel quale Lassana Coulibaly ha sin qui dato tanto per l’intero percorso, Giampaolo ha ampie possibilità di scelta in termini di uomini e di caratteristiche differenti, potendo contare anche su Balthazar Pierret, Ylber Ramadani, Mohamed Kaba e Hamza Rafia. La capacità del trainer di saper «pescare» l’uomo giusto al momento giusto, dal primo minuto oppure a partita in corso, sarà fondamentale nella parte conclusiva della stagione, nella quale l’aspetto caratteriale sarà importante tanto quanto quello tecnico-tattico se non di più. Sia nelle gare con le pari grado che, a maggior ragione, in quelle contro i team più quotati, oltre ad applicazione, intensità ed abilità nel leggere le diverse situazioni, conteranno tantissimo la cattiveria agonistica e la capacità di gestire al meglio le pressioni.
In prima linea, infine, si è capito che l’allenatore di Giulianova predilige, sugli esterni, Tete Morente a sinistra e Santiago Pierotti a destra perché lo spagnolo e l’argentino sono i due interpreti del ruolo che gli danno le maggiori certezze in ripiegamento oltre che in fase di spinta. Insomma, garantiscono equilibrio al collettivo. Il primo, però, negli ultimi incontri è sembrato appannato, mentre il secondo è stato frenato da un problema ad una caviglia. Anche se le alternative non mancano (Jesper Karlsson, Lameck Banda e Konan N’Dri), l’auspicio è che la sosta possa servire a ridare ad entrambi la verve dei giorni migliori, discorso che vale anche per altri uomini quali Antonino Gallo e Frederick Guilbert, che pure hanno un po’ stentato nei match immediatamente precedenti la pausa.
Il resto sarà chiamato a farlo l’ambiente nel suo complesso che, da qui al 25 maggio dovrà lasciare da parte le fibrillazioni, restando sempre compatto accanto a calciatori, tecnici e dirigenti per difendere la serie A, un patrimonio di tutta la regione.
Giampaolo ed i suoi collaboratori avranno ulteriori indicazioni anche dalle gare delle nazionali nelle cui file giocano i calciatori giallorossi che sono stati convocati per difendere i colori del proprio Paese. È il caso degli albanesi Berisha e Ramadani. Il primo, qualora mettesse minuti nelle gambe, potrebbe vedere crescere la propria condizione, mentre il secondo potrebbe trarre nuovo slancio per riprendersi quel ruolo centrale che ha avuto nel progetto del Lecce nella stagione 2023/2024. Per il club giallorosso sarebbe utilissimo se Gaspar dovesse scendere in campo con l’Angola, iniziando così a ritrovare il giusto feeling con un match vero, in vista di un eventuale ritorno in grande stile dal primo minuto in serie A. Inoltre, il fatto di avere ricevuto la chiamata del proprio commissario tecnico ha senz’altro galvanizzato Helgason che, quando è stato «fuori lista», ha rischiato di perdere il treno utile per meritare di fare parte dell’Islanda.
Differente la situazione di Nikola Krstovic e di Coulibaly. Il montenegrino è in grande spolvero ed i tifosi sperano che si confermi così «in palla» per l’intero rush finale. Mentre per il maliano probabilmente sarebbe stato meglio rifiatare piuttosto che dover fare fronte ad un ulteriore impegno.