La storia
È di Salice Salentino l'unica pilota di aerei non vedente in Italia
Sabrina Papa, 54enne del paese del Salento, è l'unica non vedente in Italia ad aver avuto la qualifica di «allieva». «La mia storia sia un esempio»
LECCE - «Volare per me è il raggiungimento di un sogno impossibile. È qualcosa che mi fa sentire completa e che mai avrei potuto immaginare potesse diventare realtà. Pensavo di essermi già realizzata professionalmente e invece, quasi per caso, sono diventata addirittura allieva pilota».
È una storia straordinaria quella di Sabrina Papa, 54 anni, originaria di Salice Salentino, cieca dalla nascita per distrofia retinica, prima (e per ora unica) non vedente italiana ad aver conseguito l’obiettivo di pilotare aerei. Un’esperienza divenuta in queste settimane un libro autobiografico dal titolo «Volando nell’invisibile, una pilota fuori dall’ordinario».
La vita di Sabrina Papa, per certi aspetti, è stata comune a quella di tanti altri giovani che nel tempo hanno dovuto lasciare il Salento per realizzarsi dal punto di vista lavorativo. Dopo aver frequentato un corso di informatica presso l’Istituto dei ciechi “Francesco Cavazza” di Bologna, si trasferì a Roma (dove tuttora risiede) per prestare servizio nella locale sede dell’Ibm. E fino a qualche anno fa, tutto è rimasto, per così dire, «tranquillo» e soddisfacente. Poi l’incontro con un istruttore di una scuola di volo di Roma il quale, fin da subito, si rese conto delle sue qualità e capacità. E da quel momento decise di sostenerla per aiutarla a raggiungere il suo sogno.
Finora Sabrina ha pilotato ultraleggeri biposto (Sky Arrow e Tecnam P-92), ma anche aerei più “pesanti” (il biposto Cessna 152, il quadriposto Cessna 172) e perfino un aereo acrobatico (Extra EA-200). In tutto vanta circa 200 ore di volo. Ovviamente, durante i voli, ha avuto, e continua ad avere accanto a sé, un istruttore esperto. Essendo cieca totale, non può avere la licenza di pilota privato; la sua “qualifica”, dunque, anche in futuro, rimarrà quella di “allieva pilota”.
«Il mio primo volo - racconta Sabrina Papa - è stato nel 2016. Ero molto ansiosa. Ho detto a tutti: se non torno è stato bello. A parte la battuta, sapevo che se l’istruttore me lo faceva fare, vuol dire che mi riteneva all’altezza e si riteneva lui stesso in grado di gestire la situazione. Al tempo stesso non lo volevo deludere: avevo paura di fare qualche errore e mandare tutto all’aria. Insomma ero tesa come una corda di violino. Poi, per fortuna, è andato tutto bene...