sanità
Lecce, è record di vaccinazioni per «battere» l’influenza
L'intesa raggiunta con la Regione ha permesso di operare a tappeto. De Maria: «Dosi finite, merito dei medici di medicina generale»
LECE - I medici di famiglia fanno il “miracolo” e vaccinano a tappeto. Sul rovescio della medaglia una riorganizzazione della distribuzione dei vaccini antinfluenzali che ha permesso di raggiungere un risultato mai ottenuto prima. A determinare il successo della campagna di vaccinazione antinfluenzale di Asl Lecce l’intesa fra il responsabile delle Cure primarie, Antonio De Maria, e il direttore del Dipartimento di prevenzione, Alberto Fedele. «Se oggi chiediamo vaccini, non ce ne sono - afferma De Maria - perché l’87% delle dosi somministrate nella Asl di Lecce è opera della Medicina generale. Su 150mila dosi assegnate alla Medicina generale ne sono state somministrate il 95 per cento. Dati importanti, mai raggiunti. Tutto quello che ci è stato assegnato dalla Regione Puglia, poco più di 178mila dosi, è stato somministrato. L’anno scorso rimasero quasi 50mila dosi. I frutti dell’accordo regionale si possono già toccare con mano perché abbiamo potuto predisporre la vaccinazione domiciliare per i fragili, oltre al fatto che con il direttore Fedele ho concordato una modifica della distribuzione per renderla meno pesante dal punto di vista burocratico. Per questo, quest’anno, la distribuzione è stata fatta direttamente dal Dipartimento di prevenzione attraverso il Servizio Igiene e Sanità Pubblica e non dai distretti per evitare passaggi amministrativi che in passato hanno rallentato il ritiro delle dosi da parte dei medici».
Il 17 andrà in discussione in consiglio regionale l’Accordo integrativo regionale sulla Medicina generale dal quale era stato estrapolato l’articolo riguardante le vaccinazioni, proprio per consentire al sistema di essere più efficiente nella campagna di prevenzione dell’influenza. Dal primo gennaio, una volta che il consiglio avrà ratificato l’Accordo, saranno rese operative le AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) che cambieranno l’assistenza offerta dai medici di famiglia con un nuovo modello assistenziale che sarà di riferimento a livello nazionale.
Sta di fatto che il successo del 2024 è un inedito rispetto agli ultimi anni. Se lo scorso anno sono avanzate circa 50 mila dosi, oltre a quelle per il Covid, anche la campagna antinfluenzale 2022/23 è stata contraddistinta da un’adesione insufficiente alla vaccinazione. La copertura raggiunta nei soggetti ultrasessantacinquenni risultò pari a circa il 56 per cento della platea, mentre lo standard di copertura previsto è del 75 per cento come obiettivo minimo perseguibile e del 95 per cento come obiettivo ottimale.
Il sistema di monitoraggio dell’influenza dell’Istituto Superiore di Sanità rende noto che, dalla quarantottesima settimana del 2024, è in lieve aumento l’incidenza delle sindromi simil-influenzali (ILI) con 8,1casi per mille assistiti (7,9 nella settimana precedente), ma più lentamente della scorsa stagione (11,5 nella settimana stessa settimana del 2023). Nel numero di sindromi simil-influenzali sono comprese quelle provocate dai virus influenzali, che da altri virus respiratori. Maggiormente colpiti i bambini sotto i cinque anni di età con un’incidenza pari a 19,4casi per mille assistiti (18,0 nella settimana precedente). Un fenomeno, quello delle sindromi simil-influenzali analogo in tutte le regioni italiane dove il livello dell’incidenza è sopra la soglia minima, tranne in Valle D’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Molise e nelle Province autonome di Bolzano e Trento, mentre in Basilicata e Calabria non hanno ancora attivato la sorveglianza RespiVirNet.