Incidente sul lavoro

Nardò, operaio edile muore schiacciato dai detriti dei lavori in corso in un appartamento: aveva 70 anni

E' accaduto in via Tafuri, nel centro storico intorno alle 14

NARDO' - Un operaio 70enne, Silvio Perrone, è morto nella tarda mattinata di oggi a Nardò, in provincia di Lecce, mentre eseguiva lavori edili in un’abitazione privata in via Tafuri.

A quanto si apprende, l’operaio stava rimuovendo del materiale da risulta da terra quando è stato travolto dal crollo di alcuni conci di tufo che si sono staccati dal prospetto della palazzina. Il personale sanitario del 118 intervenuto non ha potuto fare nulla per salvarlo. Sul posto anche i carabinieri, gli agenti del locale commissariato e gli ispettori dello Spesal. 

IL COMMENTO DEI SINDACATI

Dopo la morte di un 70enne che eseguiva lavoratori edili a Nardò (Lecce), secondo la Fillea Cgil di Puglia «è arrivato il momento di prevedere nel nostro ordinamento una Procura nazionale sugli incidenti sul lavoro, senza nuovi reati, per garantire tempi certi. Nessuno ci restituirà le vite perse. Almeno che sia garantita loro ed al dolore delle loro famiglie la dovuta giustizia». Per Ignazio Savino, segretario generale della Fillea Cgil Puglia, e Luca Toma, segretario generale della Fillea Cgil Lecce, «è arrivato il momento di riflettere se il mito della crescita a tutti i costi, se la fretta, la velocità, la stessa retorica del fare non siano solo paraventi dietro cui si continua a nascondere sfruttamento, taglio dei diritti, condizioni insicure, morte». 

«Quando si interviene ormai con cadenza quotidiana per esprimere rabbia e sdegno dinanzi alla ennesima morte sul lavoro, si corre il rischio di ammantare di triste ritualità ogni considerazione. Una sconfitta, un'autentica sconfitta, per la cultura della sicurezza per la quale combattiamo ogni giorno in tutte le sedi». Così in una nota congiunta la Cisl Lecce e Filca Cisl Lecce.

«Sotto quel muro di detriti non c'è soltanto il corpo di un lavoratore che a 70 anni avrebbe dovuto dedicare il suo tempo al riposo e alle gioie della famiglia dopo una vita di sacrifici. Sotto quel muro ci sono le inefficienze di un sistema della prevenzione e della sicurezza dinanzi alle quali si deve porre un argine immediato. Non si può continuare a morire sul posto di lavoro. È intollerabile in un Paese civile e in una provincia che sta pagando un prezzo altissimo in termini di perdite di vite umane. E il comparto dell'edilizia è quello in cui ancor di più si avverte questa tragica situazione. Nell'attesa che le Autorità facciano chiarezza sull'accaduto non possiamo che tornare a ribadire che la sicurezza sul lavoro deve essere considerata una priorità. Come investire nella formazione per imprese e lavoratori e diffondere la cultura della prevenzione. Auspichiamo che all'incontro del 26 novembre in Prefettura si possano individuare azioni concrete per interrompere questa inaccettabile scia di sangue», concludono i sindacati.

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