Il fatto
Lecce, 4 casi di legionella all'ospedale «Vito Fazzi»: bloccati i ricoveri in Neurochirurgia
Paziente in terapia intensiva. La Asl aveva rassicurato ma il problema si è ripresentato
LECCE - Dalla Neurochirurgia alla Terapia intensiva a causa dell’infezione da Legionella. È il «percorso» di un paziente operato in Neurochirurgia e, a quanto pare, successivamente risultato infettato dal batterio della Legionella. Questo nuovo caso ha portato al blocco dei ricoveri in Neurochirurgia per procedere alla sanificazione del reparto. Insomma, dopo che venerdì scorso Asl Lecce ha reso noto che nella palazzina dove ha sede Malattie infettive e nei terminali idrici del Polo Oncologico i monitoraggi sono risultati negativi, il problema della Legionella si presenta in tutta la sua drammaticità visto che il paziente ora si trova in Terapia intensiva.
Il penultimo caso si è avuto i primi di settembre e ha riguardato un paziente ricoverato nel reparto di Ematologia. Quindi il caso in Neurochirurgia si aggiunge ad altre due positività riguardanti una paziente in Medicina e una trasferita da Oncologia in Rianimazione dove è poi deceduta, anche se per queste due ricoverate Asl di Lecce ha affermato che i contagi sono precedenti ai ricoveri in ospedale.
Questa criticità ha determinato l’apertura di un’inchiesta della Procura di Lecce a seguito della denuncia dei parenti di Luciana Manca, la 56enne di Squinzano morta lo scorso 21 agosto - dopo quasi un mese di sofferenze - per sepsi da infezione (questa la causa della morte accertata nel corso dell’autopsia anche se la famiglia ritiene che la Legionella sia stata solo una concausa della morte in quanto, dal loro punto di vista, il protocollo terapeutico necessita di valutazione per capire se fosse adeguato alle condizioni della donna).
L’inchiesta procede, nei giorni scorsi la polizia giudiziaria si è recata al reparto di Rianimazione del Fazzi e ha raccolto i nomi dei ricoverati unitamente a quelli del personale che si trovava in servizio nei primi giorni di agosto. Secondo Asl Brindisi, nella casa al mare di Luciana Manca è presente la Legionella e per Asl Lecce al momento del ricovero il batterio aveva già procurato danni alla già precaria salute della donna. Un’ipotesi, quella del contagio pre-ricovero, che non ha mai convinto i parenti in quanto il trasferimento della donna al mare risale allo scorso 15 giugno e prima aveva fatto fare «accurate pulizie». «Il marito ha lavato porte e persiane, ortale e verande. Poi come sanno tutti al mare l’acqua scorre copiosa e il contagio sarebbe avvenuto a distanza di un mese. Perché non sono stati contagiati il marito e suo fratello che villeggiano nella stessa casa?». Queste le perplessità del cognato Antonio Isceri che ha dato voce alle domande che si pongono in famiglia.
Va detto che Asl Lecce ha da tempo adottato i protocolli per la gestione operativa della Legionella, batterio presente nelle acque naturali che poi raggiunge le condutture artificiali. Protocolli che indicano una serie di operazioni (flussaggio delle acque e filtri, per citarne alcune), ma pare che la direzione strategica (il dg Stefano Rossi, il direttore sanitario Maria Nacci, il direttore amministrativo Yanko Tedeschi) stia valutando la possibilità di esternalizzare questa gestione oggi spacchettata tra vari responsabili e, perciò, potenzialmente più difficile da gestire.
SALGONO A QUATTRO I CASI DI LEGIONELLA NELL'OSPEDALE FAZZI
Salgono a quattro i casi di positività alla legionella all’ospedale Vito Fazzi di Lecce. L'ultimo, come annunciato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, è stato scoperto in un paziente ricoverato nel reparto di neurochirurgia, poi trasferito in Terapia intensiva per l'aggravarsi delle sue condizioni. L’infezione sarebbe subentrata dopo l’operazione. Il reparto è stato sanificato.
L’Asl di Lecce ha avviato le verifiche disponendo di concerto con la direzione sanitaria la sospensione temporanea dei ricoveri nel reparto di Neurochirurgia. Venerdi scorso la stessa azienda sanitaria in un nota aveva reso noto che nella palazzina dove ha sede il reparto Malattie infettive e nei terminali idrici del Polo Oncologico i risultati dei monitoraggi erano risultati negativi.