sanità

Malattie trasmesse col sesso, a Lecce le cure sono per pochi

Gaetano Gorgoni

Al Fazzi gli screening costano, le liste d’attesa si allungano e i giovani rinunciano ai controlli. Ma i casi sono in aumento

Il Centro malattie sessualmente trasmissibili dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce è diviso in due ambulatori gestiti da due soli medici, oberati di lavoro burocratico e con personale sanitario insufficiente. Non è più attiva la struttura della Cittadella della Salute, dove c’era la possibilità di essere visitati e curati gratuitamente, in anonimato e senza prenotazione nel caso di emergenza: la chiusura è dovuta al pensionamento del suo direttore, il dottor Eugenio Romanello. I servizi sanitari vengono meno a Lecce, ma certe pericolose malattie sono in aumento.

Infatti, si registrano sempre più casi di Hiv, sifilide e gonorrea: quest’anno sono raddoppiate le infezioni, secondo i responsabili del presidio ospedaliero leccese, unico centro pubblico di Malattie sessualmente trasmesse (Mst) rimasto aperto. L’accesso all’Mts è possibile solo con la ricetta del medico e la prenotazione al Cup.

«Siamo solo in due a fare ambulatorio» - spiega il dottor Pierpaolo Congedo, dirigente medico dell’U.O. di Malattie infettive del “Fazzi”. Attualmente Congedo è il principale referente dell’ambulatorio per Hiv e PrEP, il secondo più attivo in Puglia per numero di pazienti seguiti dopo il Policlinico di Bari, con circa 700 persone Hiv positive seguite e oltre 80 in PrEP (profilassi pre-esposizione che consiste nell’assumere una combinazione di farmaci attivi contro l’Hiv prima dei rapporti sessuali). La terapia non è consentita a tutti: è necessario verificare che sussista un effettivo rischio e che il soggetto interessato abbia una corretta funzionalità renale.

La PrEP si è dimostrata efficace nel prevenire l’acquisizione dell’infezione da Hiv. Fra il 2004 e il 2016 il dottor Congedo ha svolto periodi come medico volontario in Etiopia, presso un centro per bambini sieropositivi ad Addis Abeba e in vari dispensari rurali. Un altro medico (il dottor Grima) si occupa di portare avanti il laboratorio Mts, che è stato aperto l’anno scorso (è operativo solo il lunedì) e si occupa anche delle infezioni in gravidanza.

«Il Centro malattie sessualmente trasmesse del Fazzi accoglie pazienti tre volte a settimana, con prenotazione al Cup - chiarisce il dottor Congedo - Alcuni di noi, nel reparto di Malattie infettive, vengono destinati ad attività ambulatoriali nel corso della settimana». Il guaio è che questo sistema frena le diagnosi precoci e la capacità di curare in tempi certi determinate patologie.

«In effetti, il nostro ambulatorio è quello con le liste d’attesa più lunghe, a meno che non veniamo contattati direttamente dal soggetto che ha una patologia grave - spiega Congedo - Noi medici abbiamo la possibilità di intervenire per determinate emergenze, visitando subito i pazienti che si rivolgono a noi. Le ricette per visite HIV e Prep le emetto io stesso, se ritengo che ci sia urgenza». Sono un centinaio i salentini che utilizzano la terapia Prep per evitare di contrarre il virus che poi porta all’AIDS: si tratta di partner di pazienti già infetti o altri soggetti a rischio.

«Per fare la prep bisogna eseguire esami preventivi e periodici», spiega Congedo. Il centro per le malattie sessualmente trasmesse a Lecce lavora quasi in anonimato: gli utenti ne scoprono l’esistenza con il passaparola, oppure passando dal Cup con una ricetta del medico di base. In pochi conoscono questa struttura interna al reparto di Malattie Infettive dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, che in realtà dovrebbe lavorare con campagne informative di prevenzione anche nelle scuole, come faceva il Centro gestito dal dottor Romanello.

«Manca il tempo e il personale per fare altre attività - evidenzia Congedo - siamo gravati da una serie di carichi burocratici. Abbiamo bisogno di personale non medico, anche funzionari amministrativi, oltre che sanitari. Per ogni visita che si fa c’è un lungo lavoro burocratico che non ha niente a che vedere con gli atti medici. Non c’è il tempo per fare tutto rapidamente». Far funzionare bene il centro del Fazzi significa fare prevenzione e diagnosi precoce, proprio per evitare di ritrovarsi con un numero ingestibile di pazienti già malati.

«L’assenza di gratuità e la necessità di fare la ricetta non permette di fare screening completi e tempestivi a tutti - chiarisce il responsabile del Centro Hiv e Prep - Per fare la terapia di prevenzione ci vogliono screening periodici che costano 100 euro ogni volta e non tutti possono permetterseli. Solo per fare un tampone per 4 malattie sessualmente trasmissibili il costo con ricetta è di circa 40 euro e spesso i giovani si tirano indietro per non spendere soldi. I ragazzi non fanno gli accertamenti necessari nemmeno di fronte a sintomi che possono essere campanelli d’allarme di patologie importanti. Eppure, ogni settimana emergono nuovi casi di HIV, sifilide e gonorrea». Un altro problema che riguarda i giovani il dottor Congedo lo ha riscontrato nella prescrizione della Prep: «In molti si presentano con reni fortemente danneggiati, perché alcuni, per ottenere buoni risultati in palestra, assumono sostanze pericolose che danneggiano gli organi. In questo caso non posso prescrivere la terapia anti-Hiv». Insomma, poca informazione, prevenzione limitata e una sola struttura in piedi contro le malattie sessualmente trasmesse, poco fruibile dai più giovani per costi e lunghe liste d’attesa. Forse anche per questo determinate infezioni sono in aumento: è necessaria un’inversione di tendenza.

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