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Covid, contagi in aumento a Lecce: più numerosi dell’influenza

Maddalena Mongiò

Nove pazienti ricoverati in terapia intensiva e due morti

LECCE - «Perdiamo intere generazioni di anziani, nell’indifferenza generale». L’amara constatazione è di Alberto Fedele, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Lecce, a fronte dell’innalzamento di casi Covid che sta mettendo a dura prova gli anziani particolarmente fragili dinnanzi al nuovo picco pandemico. Settimana scorsa c’erano 9 ricoverati in Terapia intensiva al “Vito Fazzi” di Lecce ed è deceduto un 80enne e una 65enne che non presentavano particolari comorbilità. D’altra parte il segno che l’allarme è in atto viene confermato dalle misure adottate da Asl Lecce che vedono la riapertura dei reparti Covid, a Lecce e a Galatina. Si fanno i conti con un’infezione che al momento vede la provincia di Lecce accusare l’aumento dei casi, più numerosi anche dell’influenza.

Mascherine nei luoghi affollati e vaccinazione sono le armi per combattere il virus e Fedele consiglia di farne uso se «vogliamo fare un regalo agli anziani. Facciamoli vaccinare e vacciniamoci per non portare in casa regali sgraditi». In più Asl Lecce, a breve, autorizzerà i medici di famiglia a utilizzare i vaccini anti Covid anche se non riescono a utilizzare tutte le dosi presenti nella confezione proprio per aumentare il numero dei vaccinati. «L’influenza è ancora nella fase iniziale – precisa Fedele – mentre il Covid, dal punto di vista dell’Osservatorio epidemiologico, è molto diffuso. I ricoverati sono in crescita, aumentano a vista d’occhio. Si tratta sempre di anziani, persone con comorbilità non necessariamente gravi: diabete e bronchite, ad esempio, e quindi – magari – se non avessero questa infezione potrebbero vivere tranquillamente. Per le feste natalizie non abbiamo emanato disposizioni diverse rispetto a quelle regionali, certo negli ambienti sanitari è opportuno, a mio avviso, ripristinare l’utilizzo delle mascherine, ma non c’è una stretta: diciamo che le direzioni dei vari ospedali possono decidere misure di prevenzione. Durante queste feste ci potranno essere dei picchi, ma questo è la punta del fenomeno, nel senso che ormai non ci sono obblighi di segnalazione e quindi non possiamo avere un quadro chiaro della diffusione dell’epidemia».

Insomma siamo ancora al liberi tutti e difficilmente questo governo potrebbe assumere decisioni restrittive considerando che già in pieno Covid la destra mostrava insofferenza verso le mascherine e verso le misure restrittive per il contenimento del Covid. Asl Lecce ha comunque previsto l’aumento dei posti letto Covid causa saturazione di quelli già attivi e a parere di Fedele gli incrementi dovrebbero essere sufficienti a dare risposta di assistenza e salute in questa fase di innalzamento dei contagi, con eventuale blocco dei ricoveri programmati che di solito si adotta nel periodo del picco influenzale. «Ogni anno – ricorda Fedele –, anche prima del Covid, c’era il blocco di ricovero perché le malattie respiratorie aumentano. Incrociamo le dita, ma sembra che dal profilo che sta prendendo l’andamento epidemiologico delle malattie respiratorie in generale sarà uguale a quello dell’anno scorso, il picco influenzale normalmente arriva a gennaio e poi ci sarà il mix perfetto fra uno e l’altro. Le vaccinazioni e le misure di protezione individuale sono le uniche cose che funzionano. Stiamo cercando di tirare la massima disponibilità nella vaccinazione, in Italia ci sono 300 morti a settimana, 1.200 al mese, 12 mila morti l’anno: stiamo considerando tutto questo normale mentre perdiamo una fetta della popolazione, che è costituita soprattutto da fragili e anziani, vorrei dire nell’indifferenza dei più».

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