disagio
Lecce, il Sedile e la chiesetta di San Marco bellezze «ingabbiate» da troppo tempo
Il permanere delle impalcature attorno ai monumenti induce operatori economici di piazza Sant'Oronzo e cittadini a chiedersi il perché
LECCE - Belli e ricchi gli addobbi, a cominciare dall’albero, che luminoso svetta sull’ovale. Ma a parte la settecentesca Statua del Patrono, che sulla colonna realizzata sui resti d’una delle due d’epoca romana, che a Brindisi segnavano la fine della via Appia, dovrebbe tornare entro la fine di gennaio, la scenografia del Natale in piazza sant’Oronzo, è deturpata dalla presenza di una “bruttura”.
Si tratta dell’impalcatura che da tempo, troppo, oscura la pregevole chiesetta di San Marco, eretta nel 1543 per volere dei mercanti veneziani insediatisi a Lecce nell’omonimo quartiere, dov’erano pure le Logge purtroppo demolite al pari del Palazzo del Consolato.
A causa della caduta d’un pezzetto di pietra leccese con cui vennero realizzati i fregi del portale e del rosone, quattro e forse più anni fa, la facciata in stile tardo rinascimentale, venne messa in sicurezza con tubi innocenti ed altre parti in ferro. Ma rimesso al suo posto il pezzo caduto e verificata la presenza o meno di altre criticità, che a quanto risulta non c’erano, l’impalcatura non è stata mai smontata.
Con disappunto di molti leccesi ed in particolare degli operatori commerciali della zona, che spesso vengono interrogati dai turisti sul perché, la ferraglia che opprime la chiesetta al cui interno, un solo vano con volta a botte, hanno sede le sezioni provinciali delle Associazioni “Combattenti e reduci” e “Cavalieri dell’Ordine di Vittorio Veneto”, è ancora lì a minare - appunto - la bellezza degli addobbi natalizi e dell’intera piazza.
La “bruttura” della chiesetta di san Marco, fa il paio con l’altra, ben più imponente, della vicina chiesa di san Giovanni Battista o del Rosario, costruita fra il 1691 ed il 1728, di cui la “Gazzetta” si è più volte occupata. Anche qui, per la caduta di pochi pezzi di fregi, si rese necessario mettere la facciata in sicurezza. Ed anche qui, a lavori finiti, addirittura quindici anni fa, l’impalcatura è rimasta dov’era.
A quanto si sa, sia per il Rosario che per san Marco, ad impedire lo smantellamento delle due gabbie, sono intoppi di natura burocratica, che coinvolgono chi ha commissionato e chi ha eseguito i lavori. Intoppi che per quanto possano avere ragione d’esistere, con un po’ di buona volontà, soprattutto da parte dei primi, possono e devono essere superati. Per restituire bellezza a piazza sant’Oronzo e dignità al Rosario, oltre che ai leccesi ed ai turisti, che non sono mancati neppure durante il ponte dell’Immacolata, e che sempre più numerosi, sono attesi fra Natale, Capodanno e l’Epifania.