Il caso

Lecce, detenuto evade dall'ospedale durante un controllo medico - I VIDEO DELLA CATTURA -

Fabiana Pacella (video Pierfrancesco Albanese)

Esplosi colpi in aria per inibire la fuga: ingressi della struttura bloccati e controllati, la polizia penitenziaria l'ha individuato e bloccato

LECCE - Un detenuto 30enne, in carcere con l'accusa di omicidio, sottoposto a visita medica all'ospedale di Lecce ha eluso il controllo ed è fuggito a piedi dal pronto soccorso, dove era stato trasportato per un malore. Gli agenti della polizia penitenziaria e i colleghi del posto fisso sono riusciti a bloccarlo dopo una breve fuga. Si era nascosto sotto un'auto nel parcheggio del nosocomio.

È accaduto stamattina all'ospedale Vito Fazzi nel capoluogo salentino. Secondo quanto ricostruito il detenuto, 30enne cubano, si era sentito poco bene e per questo era stato portato al pronto soccorso del Fazzi. Qui ha eluso i controlli della polizia penitenziaria e si è allontanato riuscendo a uscire dall’ospedale.
All’esterno gli agenti lo hanno inseguito e hanno esploso alcuni colpi di pistola in aria. Dopo aver perso le sue tracce, sono scattate le ricerche e il detenuto è stato ritrovato dalla polizia penitenziaria nascosto sotto un’auto nel parcheggio dell’ospedale. 
LA RABBIA DEL SINDACATO

Per il Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, quanto accaduto oggi dimostra «ancora una situazione  di pericolo per i malcapitati visitatori dell’ospedale  che poteva avere risvolti molto più drammatici, senza il coraggio e la professionalità dei  poliziotti penitenziari di scorta. Purtroppo - continua la nota - questo episodio che è avvenuto a Lecce poteva accadere a Taranto, Bari, Foggia, Trani ecc.ecc. poiché non si contano più gli accompagnamenti  anche di pericolosissimi detenuti che,  giornalmente escono dal carcere per recarsi  negli ospedali per qualsiasi motivo».

Solo a Bari, stando ai dati in possesso del sindacato, nei primi 10 mesi dell’anno oltre 160  detenuti sono stati inviati con la  massima  urgenza nei pronti soccorsi,  di cui più di cento sono rientrati in carcere dopo poche ore, con  codice verde o bianco, «senza parlare delle centinaia se non migliaia di visite mediche a cui la polizia penitenziaria deve far fronte, benchè  nel carcere di Bari ci sia un centro clinico con più di 70 operatori tra medici e parasanitari».

«Abbiamo chiesto l’attivazione  della Telemedicina  per tutte le carceri pugliesi al fine di  monitorare i pazienti detenuti  per fare diagnosi e terapie a distanza  evitando così l’invio in  ospedale di tantissimi ristretti  anche pericolosissimi, senza mai avere   risposte. Del fallimento totale dell’assistenza sanitaria ai detenuti con problemi psichiatrici abbiamo anche informato le varie procure della repubblica della regione, poiché non è possibile lasciare queste malati da soli e senza cure adeguate nelle sezioni detentive, insieme agli altri detenuti a minacciare, aggredire poliziotti nonché creare caos di ogni genere».

Il Sappe chiede l’intervento del Presidente Emiliano  e dell’Assessore Palese «al fine di offrire un servizio sanitario adeguato ai detenuti  ma senza gli attuali sprechi. Non potranno chiamarsi fuori  qualora accadano eventi critici drammatici».

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