Il caso
Lecce, detenuto evade dall'ospedale durante un controllo medico - I VIDEO DELLA CATTURA -
Esplosi colpi in aria per inibire la fuga: ingressi della struttura bloccati e controllati, la polizia penitenziaria l'ha individuato e bloccato
LECCE - Un detenuto 30enne, in carcere con l'accusa di omicidio, sottoposto a visita medica all'ospedale di Lecce ha eluso il controllo ed è fuggito a piedi dal pronto soccorso, dove era stato trasportato per un malore. Gli agenti della polizia penitenziaria e i colleghi del posto fisso sono riusciti a bloccarlo dopo una breve fuga. Si era nascosto sotto un'auto nel parcheggio del nosocomio.
Per il Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, quanto accaduto oggi dimostra «ancora una situazione di pericolo per i malcapitati visitatori dell’ospedale che poteva avere risvolti molto più drammatici, senza il coraggio e la professionalità dei poliziotti penitenziari di scorta. Purtroppo - continua la nota - questo episodio che è avvenuto a Lecce poteva accadere a Taranto, Bari, Foggia, Trani ecc.ecc. poiché non si contano più gli accompagnamenti anche di pericolosissimi detenuti che, giornalmente escono dal carcere per recarsi negli ospedali per qualsiasi motivo».
Solo a Bari, stando ai dati in possesso del sindacato, nei primi 10 mesi dell’anno oltre 160 detenuti sono stati inviati con la massima urgenza nei pronti soccorsi, di cui più di cento sono rientrati in carcere dopo poche ore, con codice verde o bianco, «senza parlare delle centinaia se non migliaia di visite mediche a cui la polizia penitenziaria deve far fronte, benchè nel carcere di Bari ci sia un centro clinico con più di 70 operatori tra medici e parasanitari».
«Abbiamo chiesto l’attivazione della Telemedicina per tutte le carceri pugliesi al fine di monitorare i pazienti detenuti per fare diagnosi e terapie a distanza evitando così l’invio in ospedale di tantissimi ristretti anche pericolosissimi, senza mai avere risposte. Del fallimento totale dell’assistenza sanitaria ai detenuti con problemi psichiatrici abbiamo anche informato le varie procure della repubblica della regione, poiché non è possibile lasciare queste malati da soli e senza cure adeguate nelle sezioni detentive, insieme agli altri detenuti a minacciare, aggredire poliziotti nonché creare caos di ogni genere».
Il Sappe chiede l’intervento del Presidente Emiliano e dell’Assessore Palese «al fine di offrire un servizio sanitario adeguato ai detenuti ma senza gli attuali sprechi. Non potranno chiamarsi fuori qualora accadano eventi critici drammatici».