L'intervista
«Pnrr e Giustizia gli obiettivi da centrare», a Lecce l’avvocato Tarentini fa il punto sugli interventi del Governo
«Smaltito appena il 28 per cento dell’arretrato delle controversie»
LECCE - «L’efficienza della Giustizia è il termometro del sistema Paese». Questo è l’assunto al centro del convegno «Le riforme della Giustizia e il Pnrr» che si terrà domani, alle 10, nel Palazzo dell’Avvocatura distrettuale dello Stato. Antonio Livio Tarentini, dell’Avvocatura distrettuale dello Stato, introdurrà i lavori. Alla Gazzetta spiega le ragioni per le quali si è resa necessaria una giornata di studio che è rivolta alla partecipazione di tutte le componenti del territorio.
Avvocato, da dove nasce la necessità, per il mondo della Giustizia, di fare il punto sullo stato dell’arte del Piano nazionale ripresa e resilienza?
«Il Pnrr ha messo a disposizione un notevole contributo, circa due miliardi 342mila euro, per le riforme della Giustizia, vale a dire investimenti per il personale, per le sedi giudiziarie, per la digitalizzazione di tutti i processi, compresi quelli della Cassazione, o del settore penale. E questo è un fatto meritorio. Però abbiamo notato che, nonostante questo sforzo enorme che lo Stato sta compiendo per portare avanti questo piano indubbiamente notevole per la Giustizia, e nonostante indubbiamente ci sia stato un lieve miglioramento riguardo il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr - cioè essenzialmente la riduzione dell’arretrato del contenzioso e la riduzione dei tempi per la decisione delle controversie - però sicuramente siamo molto indietro per quelli che sono gli standard indicati».
In termini concreti, cosa significa questo?
«Gli obiettivi indicano, per marzo 2026, l’abbattimento dell’arretrato delle controversie del 90 per cento. Ma ad oggi stiamo a circa il 25 per cento, esattamente al 28 per cento».
È evidente che la tabella di marcia non è rispettata e l’obiettivo indicato non potrà essere raggiunto.
«Proprio per questo è emersa l’esigenza, per gli operatori della Giustizia, di tenere una giornata di studio, dunque questo convegno, per valutare lo stato delle riforme, intanto della riforma Cartabia ma anche di tutti gli altri interventi del Governo fatti nei diversi settori della Giustizia. Sarà fatto il punto per tutti i settori - civile, penale, amministrativo e tributario - per valutare se i provvedimenti del Governo hanno dato i loro frutti oppure no, ed eventualmente suggerire aggiornamenti o integrazioni che possano migliorare lo stato della Giustizia».
A chi avete rivolto l’invito?
«Abbiamo inteso coinvolgere tutti gli attori del sistema Giustizia - magistrati, avvocati, docenti universitari - perchè tutti, ciascuno dalla propria parte, possa suggerire eventuali miglioramenti della riforma Cartabia e degli altri interventi legislativi per raggiungere gli obiettivi del Pnrr. Ma abbiamo coinvolto anche la politica, nelle persone del ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, e del vice ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, per sensibilizzare ad una riforma che interessa non solo magistrati o avvocati ma tutta la collettività».
Cosa intende?
«La Giustizia è al primo posto quale volano della credibilità ma anche dell’attrattività del sistema Paese. Ecco perchè abbiamo ritenuto di invitare anche i rappresentanti del mondo imprenditoriale, perchè anche loro si facciano promotori di proposte o comunque ascoltino ed eventualmente diano suggerimenti per migliorare la situazione. La partecipazione del mondo dell’impresa, così come delle associazioni di categoria, è importante perchè sono tutti interessati ad una Giustizia che dia certezza, rapidità e credibilità. L’appuntamento di sabato (domani, ndr) sarà la cartina al tornasole di tutto questo».