Nel Leccese

Lizzanello, ammanco da un milione nelle casse della società: in 3 sotto inchiesta

Pierfrancesco Albanese

Le accuse gravano sull’ex amministratore unico di una società del settore dell’energia, una dipendente ed un'altra persona

LIZZANELLO - Operazioni sospette, conti che non tornano e l’ombra di attività illecita che, nel tempo, avrebbe dissanguato la società, dalla quale sarebbero state sottratte cifre da capogiro: oltre un milione di euro. Frutto di presunte appropriazioni indebite, delle quali ora gli accusati sono chiamati a rendere conto.

Nel mirino della Procura sono così finiti in tre: A.M., 46 enne residente a Lizzanello, ex amministratore unico di una società impegnata nel settore dell’energia; S.M., 50 enne di Campi Salentina e un 44enne, F.C., residente a Nardò. Tutti destinatari dell’avviso di conclusione indagini - fatto recapitare dalla pm Maria Consolata Moschettini - con cui si formalizza l’accusa a loro carico: appropriazione indebita aggravata. La società è del marito della donna che lo aveva denunciato per maltrattamenti in famiglia.

La denuncia è scattata a seguito di alcuni comportamenti sospetti operati dalla 46 enne al momento del passaggio di consegne nell’amministrazione della società. Avvenuto - secondo l’amministratore subentrato - con una evidente refrattarietà a completare le operazioni agevolmente. Da qui i sospetti e la scoperta di una condizione aziendale che ha poi condotto alla denuncia, frutto di comportamenti definiti arbitrari e scellerati al punto da dissanguare la società. Come confermano le accuse della procura, che ha poi formalizzato le ipotesi accusatorie.

Alla principale indagata la contestazione di una serie di presunte appropriazioni indebite: anzitutto una somma di quasi 41 mila euro, cui si aggiungono gioielli per oltre 11 mila euro, acquistati dalla donna in una nota gioielleria: in particolare, un orologio da polso dal valore di 7 mila euro e due gadget di importi superiori a duemila euro – l’uno, per la precisione, 2.200, l’altro 2.300 – che, secondo l’accusa, sarebbero stati acquistati con soldi dell’azienda, ma per finalità evidentemente estranee all’attività societaria; e poi, ancora, arredi per quasi 70 mila euro, 133 mila euro di consulenze sospette, attrezzatura elettrica per quasi 21 mila e oltre 650 mila euro per la ristrutturazione di un immobile. A questi si aggiungono i quasi 25 mila euro di stipendio nei confronti di una donna – anch’ella indagata – che non avrebbe mai prestato attività lavorativa e, infine, 31 mila euro per presunti acquisti fittizi versati al 44 enne di Nardò, finito sotto indagine.

Gli indagati hanno ora venti giorni di tempo per produrre materiale difensivo. I legali difensori, nominati d’ufficio, sono: Giancarlo Vaglio, Laura Bruno e Salvatore Arnesano.

La Energytecno SPA, persona offesa, e’ assistita dall avvocato Fulvio Pedone.

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