Il caso

Lecce, morso nei campi da un «ragno violino», anziano rischia di perdere la mano

Giovanni Greco

Il quadro clinico sarebbe comunque in miglioramento, non si esclude un trattamento in camera iperbarica

LECCE - Morso dal ragno violino, rischia di perdere la mano e l’avambraccio destro. Vittima, un pensionato leccese ora ricoverato nel reparto di malattie infettive del «V. Fazzi» di Lecce. I medici che lo hanno in cura da sabato scorso affermano che il quadro clinico sarebbe in lieve miglioramento. La puntura, gli ha provocato la liquefazione dei tessuti essendo il veleno di questo ragno di tipo necrotizzante. Per il momento i medici non escludono un trattamento in camera iperbarica. Dipenderà dai risultati dell’emocultura.

«In 24 ore – si legge in post diffuso dalla figlia - mio padre ha rischiato di perdere il braccio e speriamo di essere fuori da questo pericolo». Attraverso i social la famiglia lancia un appello a non sottovalutare una bolla pruriginosa o scoprire la presenza di un eritema sulla pelle. «Fate attenzione – scrive - al minimo sospetto se vedete il punto del morso molto arrossato, gonfio, dolente e in presenza di febbre non esitate a rivolgervi al pronto soccorso».

Il fatto è avvenuto la scorsa settimana. L’uomo, 76 anni, era intento ad annaffiare l’orto e ad estirpare la vegetazione spontanea. Un gesto che ha fatto diverse volte senza mai immaginare pericoli e conseguenze. Il ragno, sentendosi aggredito, è riuscito a pungergli il dorso della mano destra. Una puntura a cui l’uomo inizialmente non avrebbe dato importanza se non di lì a poco quando, cioè, sono comparsi rossore e prurito seguito da una bolla e da febbre altissima. Ad accorgersi dell’importanza di quella puntura è la nipote Claudia Peluso, infermiera presso un centro di chirurgia plastica, che decide di trasportare l’uomo al Pronto soccorso dove viene sottoposto agli esami ematochimici del caso e gli viene prescritta terapia antibiotica. Da lì il gonfiore, la febbre a 40 gradi ela diagnosi dell’infettivologo. Ma il gonfiore prende l’intero avambraccio e compaiononumerose vescicole dalle quali fuoriusce pus e materiale purulento. Nuove consulenze, nuove analisi e il ricovero nel reparto di malattie infettive dove attualmente, per scongiurare un intervento chirurgico importante, gli vengono somministrati antibiotici.

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