Dopo la denuncia
«La banca delle escort», a Lecce il dossier è scottante e si indaga per diffamazione
Una vicenda che ha fatto il giro della città, alimentando la morbosa curiosità di tanta gente
LECCE - Ipotizzato il reato di diffamazione, al momento contro ignoti, dopo l’invio a parrucchieri ed estetiste, del dossier in cui si fa riferimento alle presunte relazioni amorose di alcune donne della «Lecce-Bene» che avrebbero approfittato delle relazioni intessute - con grossi imprenditori e professionisti - per arricchirsi attraverso regali importanti come appartamenti e gioielli.
Il plico, arrivato per posta, nella busta riporta come mittente una fantomatica «Bank of whores», la cui traduzione letterale è «Banca delle prostitute». L’indirizzo sarebbe londinese ma in realtà il plico risulta spedito dall’Italia, dal momento che anche i francobolli - oltre ai timbri - sono italiani.
«Quando mi hanno consegnato il pacchetto - racconta uno dei destinatari - non conoscendo l’inglese un po’ mi sono spaventato, pensando di aver avuto inconsciamente qualche problema con un abanca straniera. Ma una volta aperto ho visto che si trattava di calunni nei confronti di alcune donne che personalmente non ho idea chi siano. In ogni caso, ho ritenuto di distruggere tutto perché dietro l’anonimato si possono nascondere solo i vigliacchi».
Una vicenda che ha fatto il giro della città, alimentando la morbosa curiosità di tanta gente.
Ora, però, l’autore di tale bravata rischia grosso. Non è escluso che gli investigatori possano risalire a chi ha voluto «infangare» il nome di alcune donne leccesi, una in particolare, chiamando in causa le stesse per varie circostanze con documentazione fotografica e altri allegati.
Di ipotizza un amante respinto o - comunque - qualcuno che non ha... raggiunto i suoi «obiettivi», anche se non è escluso che dietro l’anonimo calunniatore possa esserci una donna. Di certo, qualcuno che conosce le vittime di questo dossier che - anche attraverso what sapp - sta facendo il giro della città.