Il caso nel Salento

Taviano, botte, minacce e caffè bollente sull'anziana madre: condannata

Vincenzo Sparviero

La donna, 48 anni, sconterà 4 anni: minacciava la madre anche con un coltello

TAVIANO - Una rabbia che sembrava infinita contro chi l’aveva messa al mondo. Le lanciava addosso caffè e minestre bollenti e - come se non bastasse - piatti rotti in testa, calci e schiaffi persino minacce di morte.

Una 48enne di Taviano è stata condannata a quattro anni di reclusione per il brutale trattamento riservato all’anziana madre, peraltro anche disabile. La sentenza è stata emessa dai giudici della prima sezione collegiale (Presidente Maddalena Torelli) che hanno considerato valide le accuse di maltrattamenti in famiglia aggravati.

Il pubblico ministero Luigi Mastroniani aveva chiesto la condanna a tre anni ma i giudici sono andati oltre. Stando alle indagini, che erano state coordinate dalla sostituto procuratore Rosaria Petrolo, dal 2012 al 2021 la donna condannata avrebbe umiliato e aggredito la madre, tenendola in più occasioni chiusa in casa senza consentirle di gestire le necessità quotidiane.

“Qualche giorno ti metto il veleno nel mangiare così ti faccio morire”, “qualche giorno ti butto dal balcone così te la faccio finire”: queste alcune delle minacce, contenute anche agli atti del processo. Minacce pronunciate in qualche caso impugnando un coltello. “Qualche notte ti taglio la gola mentre dormi, così non te ne accorgi nemmeno”: era stata una delle frasi. Alla anziana, come si diceva, la condannata avrebbe rotto piatti in testa, versato addosso caffè o minestre bollenti: provocandole anche lesioni piuttosto gravi. Per non parlare di calci e schiaffi.

Stando sempre alle accuse, avrebbe tenuto l’anziana madre chiusa in casa, senza considerare le esigenze della donna. In separata sede, secondo la condanna, l’imputata dovrà anche risarcire la parte civile, assistita dall’avvocato Davide Spiri.

Infine, condannata anche all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

L’avvocato difensore Biagio Palamà, ora, valuterà il ricorso in appello una volta che sarà depositata la sentenza.

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