Nuovo progetto

Lecce: apre «L’armadio di Virginia Woolf», spazio dono solidale

Redazione Lecce

Oggi il taglio del nastro dell'iniziativa promossa dall’associazione Alveare, dove lasciare e prendere abiti e accessori di seconda mano, nel rispetto dell'ambiente

LECCE - Apre le ante «L’armadio di Virginia Woolf» per prendere e lasciare abiti e accessori. Sarà inaugurato oggi alle 11 il primo spazio dono di Lecce, dove si può lasciare e prendere ciò che si vuole tra vestiti, scarpe e oggetti utili. Il nastro della nuova iniziativa promossa dall’associazione Alveare sarà tagliato dall’assessora alle Politiche attive del lavoro e Pari opportunità, Silvia Miglietta.

«L’armadio del dono» sarà sempre attivo, si potranno trovare vestiti e accessori, prendere quelli che più piacciono e portarli a casa. Ma anche donare scarpe, cappelli, oggetti in buono stato, portandoli nella sede di Alveare, in via Ciro Pezzella. Donare e scambiare i vestiti e gli oggetti non è solo utile ma contrasta lo spreco dell’industria della moda e aiuta l’ambiente con la riduzione dei costi di produzione e trasporto. «L’Armadio di Virgina Woolf», dedicato alla scrittrice ricordata per il suo impegno attivo in favore dell’emancipazione e dei diritti delle donne, è stato allestito e decorato dalle volontarie dell’associazione Alveare, che accoglieranno i visitatori, oggi, a partire dalle 11. Il Centro offrirà un percorso tra danza, enogastronomia e benessere. Alle 10 sarà possibile partecipare gratuitamente a una sessione di Biodanza a cura di Teresa Donadeo. Alle 12.30, buffet di mezzogiorno. Nel pomeriggio sarà possibile visitare il Laboratorio di apicoltura e intraprendere il percorso benessere nella Urban spa ma anche scoprire tutti gli spazi dell’associazione Alveare destinati alle donne che volessero svolgere lo smart working a contatto con la natura.

In un’epoca in cui il settore moda deve essere attento a temi come il rispetto dell’ambiente e lo sfruttamento consapevole delle risorse, optare per capi di seconda mano, si rivela una scelta non solo sostenibile ma anche necessaria. Ecco perché l’armadio di Virginia Woolf sarà anche luogo di incontro delle mille storie che abiti, scarpe e cappelli hanno vissuto.

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