Amarcord
Quando Leuca aprì le braccia a Papa Benedetto XVI
Una grande emozione la storica visita di Ratzinger del 2008
Il Salento ricorda ancora con viva emozione la storica visita di Benedetto XVI del 2008. La visita pastorale in quei soleggiati 14 e 15 giugno, svolta tra Santa Maria di Leuca e Brindisi, rappresenta la prima e unica volta di Joseph Ratzinger nella penisola meridionale pugliese. La seconda in regione dopo il Congresso eucaristico di Bari del 2005 subito dopo l’ascesa al soglio.
Il Pontefice emerito deceduto lo scorso 31 dicembre arrivò il 14 nella marina che divide i mari Adriatico e Jonio a bordo di un elicottero bianco, atterrò su un piazzale appositamente preparato a punta Ristola e da lì, a bordo della papamobile, percorse tutto il lungomare Cristoforo Colombo e l’area portuale, prima di raggiungere la basilica intitolata a Santa Maria De Finibus terrae.
Davanti a migliaia di fedeli affluiti sin dal primo mattino da ogni parte della provincia, nel pomeriggio celebrò una messa sul piazzale Giovanni XXIII antistante la basilica, affiancato dall’allora vescovo di Ugento monsignor Vito De Grisantis, che lo aveva invitato nel corso di un’udienza in Vaticano. Con lui anche il rettore dell’epoca della basilica, monsignor Giuseppe Stendardo, entrambi ormai scomparsi.
«In questo luogo storicamente così importante per il culto della Beata Vergine Maria, ho voluto che la liturgia fosse dedicata a Lei, Stella del mare e Stella della speranza – disse Benedetto XVI nel corso dell’omelia – proteso tra l’Europa e il Mediterraneo tra oriente e l’occidente questo santuario ci ricorda che la Chiesa non ha confini, è universale. E i confini geografici, culturali, etnici, addirittura i confini religiosi sono per la Chiesa un invito alla evangelizzazione nella prospettiva della “comunione delle diversità”. Ho voluto rievocare la storia di san Pietro, perché so che questo luogo e tutta la vostra Chiesa sono particolarmente legati al Principe degli Apostoli. A lui la tradizione fa risalire il primo annuncio del Vangelo in questa terra. Il Pescatore, “pescato” da Gesù, ha gettato le reti fin qui e noi oggi rendiamo grazie per essere stati oggetto di questa “pesca miracolosa”».
Di quella tappa leucana restano in basilica una corposa galleria fotografica, visitabile dall’ingresso laterale, oltre al sedile in legno d’ulivo usato sull’altare durante la celebrazione e una statua in bronzo con la sua effige collocata a lato del sagrato, ai cui piedi sono stati deposti in questi giorni fiori e lumini. A Ratzinger è stato intitolato anche il ponte che sovrasta lo Scalo.
Prima della celebrazione Benedetto XVI si era inginocchiato in preghiera, da solo, davanti all’immagine della Vergine posta sull’altare maggiore che era stato dichiarato privilegiato perpetuo dal suo predecessore Benedetto XIII nel 1726. Al termine ripercorse il lungomare e in elicottero raggiunse Brindisi, dove si intrattenne nella giornata successiva.
GLI PIACEVANO LE NOSTRE CILIEGIE
«Ci aveva conquistato i cuori con il sorriso, fu una giornata meravigliosa e scoprimmo che gli piacevano le ciliegie».
A ricordare l’evento del 2008 a Leuca è don Giuseppe Indino, attuale parroco della chiesa di Cristo Re a Leuca marina e all’epoca organizzatore della liturgia.
«Fu un grande lavoro e tutti eravamo coinvolti in una gioia collettiva – ricorda il sacerdote – quando tutta la fase liturgica finì, Benedetto XVI volle incontrare uno ad uno i componenti dell’organizzazione. Personalmente quello che mi colpì più di tutti fu il suo sorriso, riservato a ognuno di noi. Fu il più bel gesto che ci gratificò per tutti gli sforzi fatti. Si esprimeva con poche parole come “grazie infinite” e “grazie per il lavoro fatto” mentre ci stringeva le mani».
La visita del Papa a Leuca non fu certo semplice dal punto di vista della sicurezza, coordinata dalla Prefettura di Lecce in tandem con la diocesi di Ugento.
«Dal punto di vista della sicurezza fu molto impegnativo – prosegue don Giuseppe – Leuca come tutti sanno è un imbuto sotto l’aspetto urbanistico e garantire l’afflusso e il deflusso di decine di migliaia di fedeli non era una cosa semplice e scontata. Tutto andò bene e alla fine tirammo un sospiro di sollievo, anche se non sono mancati i momenti di apprensione. La sera prima infatti, ci fu una violenta tempesta di vento che mandò in frantumi alcuni addobbi già allestiti sul palco, danneggiò parte della copertura e sparse alla rinfusa le sedie destinate ai fedeli, quindi ci siamo dovuti rimboccare le maniche fino a tarda notte per rimettere tutto a posto».
Non mancarono poi le curiosità.
«Il Papa visitò una carrellata di doni che erano stati esposti nei locali adiacenti alla basilica – aggiunge il parroco di Cristo Re. Erano oggetti consegnati e donati da tanti artisti locali ma anche contadini e produttori. In particolare c’era un cesto colmo di ciliegie provenienti da Turi e ricordo che lui rimase colpito, perché era un frutto che gli piaceva tantissimo e che gustò successivamente in Vaticano quando i doni furono recapitati».
La visita di Benedetto XVI era tanto attesa dalla popolazione locale, che da secoli non vedeva un pontefice in questi territori.
«L’attesa per l’incontro era tanta e fu vissuta con intensa devozione – conclude il religioso – alla fine tutti i fedeli tornarono nei rispettivi luoghi gratificati e felici».