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Lecce, in tre anni «spariti» più di 5mila studenti

Rosario Faggiano

Si è passati da 109.052 iscritti nel 2020 ai 103.864 del 2022

LECCE - Popolazione scolastica salentina in progressiva e costante diminuzione. Negli ultimi tre anni, secondo dati disponibili, elaborati attraverso rilevamenti comunali, nei diversi Istituti scolastici della provincia di Lecce, risulterebbero 5.188 alunni/studenti in meno rispetto a quelli d’inizio triennio (2020-2022). Davvero non pochi, se si considera che corrisponderebbero all’incirca ai residenti totali, al 31 dicembre 2021, di paesi tipo Castrignano del Capo oppure Corsano o ancora Guagnano.

Insomma, è come se in provincia di Lecce, si sia “perduto”, in tre anni, un intero Comune. Complessivamente si è passati da 109.052 iscritti nel 2020 ai 103.864 nel 2022. Si tratta di alunni e studenti frequentanti le scuole dell’infanzia (statali e paritarie), le primarie, e le secondarie di primo e secondo grado. Questa tendenza al decremento, che comunque ha avuto inizio ben prima del 2020, ovviamente va di pari passo alla diminuzione della popolazione residente provinciale che è passata da 792.840 (31 dicembre 2019) a 772.276 (31 dicembre 2021). Mancano, dunque, circa 20.564 abitanti. Qui è quasi superfluo ricordare che questi dati sulla popolazione sono legati, in primo luogo, al tasso di natalità, ma anche ai trasferimenti di residenza fuori regione delle famiglie, per la gran parte dei casi per ragioni di lavoro. Come accennato, il calo di alunni è pressoché comune a tutte le scuole “storiche”. Ma dal punto di vista pratico, quali conseguenze potrebbe comportare il fenomeno? Lo abbiamo chiesto al professore Antonio Saponaro, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Polo 1 “Don Lorenzo Milani” di Leverano.

«Negli ultimi tre anni – dice Saponaro – nella nostra scuola abbiamo perso due classi di scuola media, una classe di scuola primaria e una sezione di scuola dell’infanzia. Uno degli effetti negativi di tutto ciò - spiega - è la riduzione dell’organico che, di fatto, si riflette anche sull’azione didattica in quanto, quasi sempre, ad essere trasferiti sono i docenti più giovani, spesso molto motivati, o il personale Ata con meno anni di servizio, molte volte pieno di volontà di lavorare. Un’altra conseguenza negativa è il dimensionamento scolastico. Il calo delle iscrizioni, infatti, può determinare la perdita dell’autonomia e il conseguente accorpamento della scuola con una più grande. Per una scuola l’accorpamento costituisce spesso una perdita dell’identità di tutto il personale scolastico”.

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