Il caso
Otranto, il Comune sfratta il sindaco Cariddi
Occuperebbe, senza averne titolo, un alloggio popolare in pieno centro. Lui non cede: «Quella casa era di mia nonna, ne ho diritto»
Otranto - Il Comune sfratta il sindaco dal suo alloggio popolare di via Idrusa. È l'ultimo atto del contenzioso in corso fra il primo cittadino, Pierpaolo Cariddi, e Arca Sud Lecce. L'ente, malgrado la documentazione prodotta da Cariddi, ha sostanzialmente confermato la decadenza al diritto di godere dell'appartamento (di circa 50 metri quadrati) in virtù della sua carica.
Notificata la decisione, il Comune non ha potuto far altro che dar corso all'iter. Il 10 maggio scorso il segretario generale del Comune, Donatella Polignone, in qualità di responsabile degli Affari generali, ha emesso il provvedimento che è stato notificato al sindaco il giorno dopo, da un messo notificatore del Comune. Si dice che dovrà sgomberare l'alloggio entro 6 mesi.
«Finalmente - dice il primo cittadino - si è chiusa una fase. Adesso potrò finalmente far valere nelle sedi opportune le mie ragioni, non so ancora se al Tar o al Tribunale civile. Quell'appartamento era di mia nonna - continua Cariddi - fin dal '99 ne sono diventato promissario acquirente, e a quei tempi non rivestivo alcuna carica. Se la procedura di acquisto non si è perfezionata non è dipeso da me».
A sollevare il caso, a fine gennaio scorso, fu Leonardo Donno, deputato salentino del Movimento Cinque stelle. Nella sua battaglia contro le occupazioni illegittime degli alloggi popolari puntò il dito contro Pierpaolo Cariddi, sulla scorta di un provvedimento di decadenza dall’assegnazione di un alloggio Arca Sud, rimasto fino a quel momento congelato.