Nel Salento

Guagnano, partorisce bimba morta: c'è l'inchiesta

Fabiana Pacella

Due visite all'ospedale di Galatina avrebbero escluso problemi, malgrado perdite e dolori. Poi la tragedia

Ha perso la bimba che portava in grembo al nono mese di gravidanza, dopo due giorni fra perdite e dolori. Così una donna e il suo compagno, di Guagnano, hanno deciso di sporgere denuncia presentandosi in commissariato al fine di verificare con esattezza cosa sia accaduto. E adesso il caso è approdato in Procura.
Nessuna accusa, solo il dramma di una coppia che chiede di comprendere perché quella creaturina che scalciava pronta a venire al mondo, abbia smesso di vivere poco prima.

Stando a quanto messo nero su bianco dai genitori sulle due denunce-querele presentate al commissariato di Galatina a fine marzo, e suffragato da documentazione allegata, i primi problemi sono arrivati il 24 marzo, quando la donna, giunta ormai tra la 37esima e la 38esima settimana di gravidanza, ha riscontrato perdite scure e, dopo aver consultato il ginecologo, si è sottoposta ad una visita in ospedale a Brindisi per poi fare ritorno a casa.
Due giorni dopo nuove difficoltà, la gestante si è presentata in ospedale a Galatina dove «sono stata sottoposta a tre tamponi vaginali – racconta -. Dopo i controlli sono stata invitata a fare rientro a casa perché la situazione a dire del personale medico era normale». Il 27 marzo nuove perdite per cui la donna si è presentata presso lo stesso ospedale, intorno alle 17, comunque fiduciosa del fatto che «avvertivo la bambina che portavo in grembo particolarmente attiva, scalciava ripetutamente».
Tracciato, visita, ecografia, assistenza e tutto ciò che era necessario per la mamma e la piccola c’è stato. Ma la situazione è precipitata, a tarda ora. Se la prima ecografia dava “esito favorevole alla prosecuzione della gravidanza” più tardi, da un nuovo controllo, sarebbe emersa l’assenza di battito della piccola. Il giorno dopo, il 28 marzo scorso «sono stata sottoposta a parto naturale – denuncia la mamma – durante il quale ho espulso la bimba priva di vita». Ora vuole capire perchè. La coppia è assistita dagli avvocati Antonio Scardia e Orazio Vesco.

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