Il fatto
Salento, «Alunni picchiati e maltrattati». Indagate due insegnanti
Terrore e umiliazioni in classe: schiaffi, pizzicotti, tirate di capelli e di orecchie
Lecce - Schiaffi, pizzicotti sulla testa, capelli tirati. Ma anche minacce e ingiurie. È questo il triste spaccato di quanto sarebbe accaduto in una scuola elementare del sud Salento. Maltrattamenti e soprusi, contenuti nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari firmato nei giorni scorsi dal sostituto procuratore Giovanna Cannarile.
Sul registro degli indagati sono finite due insegnanti: una 57enne, che risponde di maltrattamenti, ed una collega di 44 anni, alla quale viene invece contestato il reato di abuso dei mezzi di correzione.
L’inchiesta, condotta dagli agenti della Squadra Mobile del Commissariato di Taurisano, è stata avviata in seguito alla denuncia delle famiglie delle presunte vittime.
Sono tre i nominativi dei minori indicati nel provvedimento come persone offese, che all’epoca dei fatti frequentavano la quinta classe. Bambini, quindi, di circa dieci anni.
Le contestazioni si riferiscono ad un periodo di tempo compreso fra il 2017 ed il marzo del 2019.
La maestra 57enne avrebbe spintonato o preso a schiaffi alcuni allievi, tirando capelli e orecchie. In un’occasione, in preda all’ira nei confronti di un alunno, «toglieva la sedia con irruenza, facendolo cadere per terra tanto da farlo poi fuggire da scuola». Rivolgendosi ad un altro bambino, invece, minacciava di cacciarlo dall’aula e di chiamare i carabinieri, sol perché stava parlando con un compagno. Un terzo alunno, poi, nel 2017 sarebbe stato costretto a cambiare scuola a causa del comportamento dell’insegnante, « che lo malmenava in classe, tirandogli le orecchie ed i capelli, dandogli pizzicotti sulla testa o spingendolo contro il banco quando era seduto».
La collega, invece, avrebbe sbattuto ripetutamente sulla cattedra un’asta di legno ed un rotolo di nastro adesivo «per incutere timore». Vengono poi riportate le offese che sarebbero state rivolte ad uno scolaro, definito davanti ai compagni «stupido, scostumato, maleducato e di poca intelligenza», aggiungendo che i rispettivi genitori non sarebbero stati capaci di insegnare loro l’educazione.
Fin qui le accuse formulate nel corso delle indagini, che dovranno essere vagliate da un giudice per una valutazione sulla loro fondatezza.
Le due maestre sono difese d’ufficio dall’avvocato Giandomenico Daniele.