IL CASO

Lecce, un'azienda salentina diffida la maison Christian Dior

Redazione cronaca

Sono stati contestati alcuni capi che farebbero riferimento ad altre collezioni

LECCE - Un’azienda salentina diffida la maison Christian Dior per alcuni capi griffati, tra quelli apparsi nella sfilata di luglio in piazza Duomo di Lecce, che - secondo i responsabili dell’azienda salentina - sarebbero stati «copiati».

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Potrebbe aprirsi una battaglia giudiziaria tra la società Ninaleuca con sede a Lecce e la multinazionale con uffici a Parigi e Milano. La Ninaleuca, attraverso l’avvocato Andrea Chiesa dello studio Benessia-Maccagno di Torino, ha formalmente diffidato il colosso a ritirare dalla propria collezione abiti che sarebbero stati già creati dalla società salentina tra il 2015 e il 2019.

La Ninaleuca, come spiega il legale, è proprietaria di un omonimo marchio di abbigliamento da donna ed è attiva da quasi un decennio reinventando il prodotto dei telai per farne abiti femminili e capi di maglieria con ricami eseguiti a mano. Partendo da un piccolo showroom nel centro storico leccese, l’impresa ha poi raggiunto il mercato internazionale, con prodotti presenti in oltre 150 negozi in circa 30 paesi del mondo e partecipando a importanti fiere di settore tra Milano, Parigi, New York e Los Angeles.

«Come ogni anno – illustra Chiesa – Ninaleuca ha presentato la nuova collezione SS21 ai diversi distributori e negozi nel mondo. È stato con sommo stupore, misto a vivissimo disappunto, che l’azienda ha constatato come - dice il legale - lo scorso 22 luglio Dior ha tenuto proprio a Lecce la sfilata di presentazione della collezione Cruise 2021, all’interno della quale è stato immediatamente percepito il pedissequo riferimento ai vari capi delle collezioni di Ninaleuca passate e presenti. Nei momenti immediatamente successivi alla presentazione – prosegue l’avvocato – Ninaleuca ha ricevuto numerose comunicazioni dai propri clienti».

La sfilata di luglio si svolse in Salento grazie all’impegno della direttrice artistica di Dior, la tricasina Maria Grazia Chiuri.
In questa vicenda il riferimento in particolare è all’utilizzo di un tessuto con disegno cosiddetto “corona”, già utilizzato nelle collezioni Ninaleuca, e alla presentazione di un tessuto a righe, per pantaloni, gonne e vestiti, che viene ritenuto identico.

«Due dei tessuti principali delle collezioni di Ninaleuca, così come la maglieria ricamata – aggiunge il legale – sono inequivocabilmente ripetuti. Peraltro il tessuto a righe è stato prodotto per Ninaleuca da una tessitura salentina e consegnato a Ninaleuca a ottobre 2019 e la stessa tessitura, successivamente, ha prodotto analogo tessuto per Christian Dior, come acclarato anche dai video diffusi dalla maison francese. Nel complesso la collezione presentata da Dior riprende esplicitamente la storia e l’idea delle collezioni Ninaleuca».

Da qui l’invito a porre rimedio eliminando dalla collezione i capi finiti nel mirino.

«Ninaleuca diffida Dior a eliminare al più presto dalla collezione Cruise 2021 tutti i riferimenti alla stessa – chiede l’avvocato Chiesa - annunciando l’intervenuta eliminazione con gli stessi mezzi e la stessa diffusione utilizzata per la comunicazione della collezione, invitando per il futuro – conclude l’avvocato – a soprassedere da ulteriori attività di imitazione dei capi e delle idee di Ninaleuca». 

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