Le perplessità
Lecce, la nuova Scuola nazionale di Cinema è un corso per restaurare vecchi film
La scuola, con strumentazioni e infrastrutture hardware e software all’avanguardia, è stata presentata come 'Csc digital school': spesi altri 3,7 milioni di euro
Un milione e 200mila euro per attrezzare un’ala di Palazzo Argento di Lecce con tecnologie digitali e con una sala da proiezione in «4K». E altri 500mila euro l’anno, per cinque anni, per assumersi i costi di funzionamento. In totale fanno 3,7 milioni di fondi pubblici per quella che ieri è stata presentata (assessore Loredana Capone) come «la nuova sede nazionale del Centro sperimentale di cinematografia». Ma se qualcuno ha capito che la Puglia formerà registi o professionisti del cinema, legga meglio. Perché in realtà quello che la Regione sta facendo - utilizzando ancora una volta il Patto per il Sud - è finanziare un laboratorio di «restauro digitale» delle pellicole. Che formerà 15 professionisti l’anno (primo bando a maggio). E che mira a fornire servizi (a pagamento) alle produzioni dei film girati in Puglia. Insomma, a fare business con fondi pubblici.
A novembre 2018 la Fondazione Centro sperimentale di cinematografia presieduta da Felice Laudadio (il presidente della Fondazione che organizza il Bifest di Bari, finanziata dalla Regione con un altro milione di euro l’anno) ha presentato un progetto messo a base della convenzione firmata ieri a Lecce. Il progetto è piuttosto chiaro. Dei tre anni di corso (Csc ha il riconoscimento del Miur per l’equipollenza con la laurea triennale) , uno dovrà svolgersi nella sede di Roma per sfruttare le attrezzature disponibili lì. Ma, va detto, l’Università di Lecce si è finora tenuta lontana, nonostante il progetto iniziale ipotizzasse un appoggio da parte del Dams e del Cnr.
Il Centro sperimentale, che otterrà anche l’utilizzo della sala del Cineporto di Lecce ed ha già chiesto alla Regione di realizzarne una seconda, potrà usare il «Digital Lab» anche per vendere servizi: «È ragionevole e prudente ritenere - è detto nella scheda di sintesi del progetto approvata martedì in giunta regionale - che le due sale principali potrebbero generare un reddito intorno a 100.000 euro complessivi l’anno da servizi verso produzioni locali (una volta a regime); mentre i servizi di restauro per terzi in Convenzione (Cineteche e/o Archivi) potrebbero generare 200.000 euro complessivi a parziale rientro dei costi di mantenimento della struttura».
Il prestigioso Centro sperimentale di Roma si sta espandendo a macchia d’olio (una convenzione analoga a quella con la Puglia è all’attenzione del Consiglio comunale di Matera). Laudadio ha garantito sulla necessità di un corso di alta formazione «per la conservazione ed il restauro del patrimonio culturale cinematografico e audiovisivo»: «Esiste - ribadisce l’assessore Capone - una grande richiesta di questo tipo di professionalità, legata sia al patrimonio filmico che a quello del documentario». Non si può fare a meno di notare tuttavia, che 1,1 milioni di euro sono stati prelevati, senza procedura di evidenza pubblica, dai fondi destinati ai contributi alle imprese. Scuola di cinema o iniziativa commerciale