Dopo chemioterapia
Muore a 49 anni dopo cure, 20 medici indagati
La donna era in cura per una sospetta leucemia
Una paziente muore a 49 anni per una sospetta infezione dopo un primo ciclo di chemio per curare una sospetta leucemia. E ora la Procura di Lecce ha aperto un’indagine. Come atto dovuto il magistrato inquirente, Giovanna Cannarile, ha iscritto il nome di 20 medici nel registro degli indagati con l’accusa di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario. Nel pomeriggio di ieri, alla presenza dei consulenti di parte, è stata eseguita l’autopsia dal medico legale Francesco Introna. L’odissea della donna sarebbe iniziata ad agosto quando la 49enne, una casalinga, si presenta all’ospedale di Scorrano per alcuni calcoli renali. I medici le prescrivono una cura antibiotica. I problemi, però, non finiscono. Anzi: la 49enne avrebbe accusato un forte stato di debolezza che il medico curante avrebbe addebitato alla lunga cura antibiotica.
Dopo le analisi del sangue sarebbe stato rilevato un abbassamento dei globuli bianchi rispetto ai valori standard. La donna è stata così ricoverata due giorni (il 15 e il 24 ottobre scorsi) presso l’oncologico di Lecce per sottoporsi al prelievo di alcuni vetrini e comprendere la causa di quell’abbassamento di globuli bianchi nel sangue. Due giorni dopo è stato effettuato il prelievo del midollo osseo poi inviato all’ospedale Umberto I di Roma per la biosia. La donna sarebbe stata comunque sottoposta al primo ciclo di chemio associata ad una cura sperimentale già il 2 novembre senza che i medici avessero l’effettiva contezza sugli esiti degli esami spediti a Roma. In più, alla donna sarebbe stato impiantato un catetere centrale venoso (per la somministrazione dei farmaci) che, dieci giorni dopo, si sarebbe infettato come comunicato da un dottore. L’infettivologo sarebbe stato interpellato solo tre giorni prima del decesso. A dire dei parenti, troppo tardi. La donna, infatti, il 4 dicembre, è stata trasferita nel reparto di rianimazione in condizioni ormai disperate.