Milano - Anche il funerale di Pippa Bacca un'opera d'arte e di speranza

MILANO - Il dolore e la festa, il ricordo del drammatico e recentissimo passato e la speranza incrollabile nel futuro, nel mondo e nel bene. Possono essere queste, in sintesi, le chiavi di lettura del funerale di Giuseppina Pasqualino di Marineo, in arte Pippa Bacca. Fuori dalla norma è stato il suo viaggio in abito da sposa verso Israele, che si è fermato in Turchia dove la donna di 33 anni ha trovato la violenza e la morte, e altrettanto è stato l'addio che Milano le ha tributato.
Oltre mille persone - centinaia nella Basilica di San Simpliciano a due passi dall'abitazione della famiglia in corso Garibaldi in zona Brera in centro città, e centinaia sul sagrato e in piazza - hanno preso parte all'ultimo saluto fra cui anche autorità e cittadini turchi. Ma la caratteristica particolare è stata che la sofferenza è stata lenita da una sorta di performance artistica in suo onore, in stile con quella che lei aveva tanto desiderato di realizzare nell'autostop verso il Medio Oriente. Abitazione, marciapiedi e case erano decorati con palloncini e striscioni verdi fra i lumini accesi così come la bara era coperta da un drappo dello stesso colore - quello preferito da Pippa - e praticamente tutti i presenti avevano un capo o un oggetto della stessa scala cromatica. Comprese il sindaco Letizia Moratti e il ministro per le Pari Opportunità uscente Barbara Pollastrini, che indossavano una sciarpa e foulard verdi.
Molta è stata la commozione nella chiesa (davanti alla quale il sindaco di Sisli un distretto di Istanbul, Mustafa Sarigul, ha distribuito un comunicato di scuse e di dolore): don Giuseppe Angelini, dopo alcune canzoni del Coro di Micene di cui Giuseppina faceva parte, ha citato brani di Isaia e dell'Apocalisse e ha osservato come si sia «stretti nell'angustia del dolore fra chi lodava il viaggio avventuroso di Pippa e chi ne temeva la temerarietà».
Le sorelle Maria, Valeria, Antonietta e Rosalia hanno recitato un "Dialoghetto nell'aldilà" dello zio Giuseppe, mentre la madre Elena Manzoni, sorella del celebre artista Piero, il padre Guido («non ho potuto impedirle di partire, era grande ed esperta», ha mormorato) ed il fidanzato Giovanni Chiari hanno ascoltato turbati. Quindi mamma Elena ha ringraziato tutti, italiani e turchi, e ha chiesto che il messaggio di pace, solidarietà e fiducia di Pippa non sia dimenticato e sia portato avanti da tutti nella vita quotidiana.
Alla fine, dopo tanti applausi, è uscita la bara e lì oltre alla commozione è uscita la gioia fra brindisi, canti e musiche - dalla tarantella napoletana, all'Internazionale a Bella ciao fino all'evergreen "Summertime" - che la Banda degli Ottoni e il Coro di Micene hanno proposto a lungo.
Fra la gente anche l'on. Ignazio La Russa.
Elena Manzoni ha spiegato al sindaco che tante e-mail e lettere chiedevano che Pippa fosse candidata al Nobel per la Pace e il primo cittadino ha replicato «che per ottenerlo ci vuole un amplissimo consensò e «di stare pensando all'Ambrogino d'Oro e a intitolare un monumento, come Palazzo Dugnani» dove si celebrano i matrimoni a Giuseppina Pasqualino di Marineo.
L'artista è stata definita dal primo cittadino e dal ministro Pollastrini «una figura speciale che portava un messaggio di pace, amore e coraggio senza frontiere». La tumulazione della salma avverrà nella tomba di famiglia a Casirate d'Adda, in provincia di Bergamo.
Claudio Scarinzi

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