il question time

Impianto ex Ilva, Urso: «Nessun piano di chiusura. Pronti a valutare intervento dello Stato se necessario»

«La manutenzione straordinaria è necessaria ed è conseguente allo stato di totale abbandono e decadimento in cui gli impianti sono stati lasciati da ArcelorMital. Nei prossimi giorni azione risarcitoria per circa 5 miliardi»

«Non c'è nessun piano di chiusura. Anzi, esattamente il contrario. I commissari hanno avviato un programma di manutenzione straordinaria per consegnare al futuro acquirente entro marzo impianti funzionanti e sicuri con almeno 4 milioni di capacità produttiva per consentire di realizzare il Piano di decarbonizzazione nella continuità occupazionale». Lo ha detto il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso a una domanda al question time relativa allo stabilimento di Genova Cornigliano.

«La manutenzione straordinaria è assolutamente necessaria - ha aggiunto - ed è conseguente allo stato di totale abbandono e decadimento in cui gli impianti sono stati lasciati da ArcelorMital. Per questo i Commissari avvieranno nei prossimi giorni un’azione risarcitoria per circa 5 miliardi». «A Genova come a Novi Ligure - ha assicurato - la produzione continuerà».

Urso ha aggiunto poi che «I commissari hanno disposto delle provvisorie modifiche agli assetti produttivi per eseguire interventi di manutenzione a Taranto anche per garantire la massima sicurezza ai lavoratori. Queste temporanee modifiche non avranno alcun effetto sull'occupazione». «A Genova nessuno andrà in cassa integrazione» e a «Novi Ligure tutti resteranno al lavoro».

«Ribadisco che l’operatività dello stabilimento di Genova Cornigliano non è messa in discussione - ha sottolineato ancora Urso - Piuttosto è vero che l’attuale riduzione dei flussi di coils verso lo stabilimento di Genova è dovuta alle attività di manutenzione straordinaria e di revamping in corso presso il sito di Taranto, su cui pesa il sequestro probatorio dell’Altoforno 1 disposto dalla Procura di Taranto, per il quale si attende da oltre sette mesi la conclusione della perizia. L’attività di manutenzione straordinaria negli altri due altoforni incide temporaneamente - e sottolineo solo temporaneamente - sulla capacità produttiva complessiva di entrambi gli stabilimenti».

Il ministro ha quindi ricordato che il completamento degli interventi programmati, «previsto entro fine febbraio 2026, consentirà di riportare la produzione a circa 4 milioni di tonnellate annue di acciaio, permettendo così la progressiva riattivazione delle attività degli impianti di Genova, nel rispetto dell’Accordo di Programma. Contestualmente saranno sviluppate iniziative di nuova industrializzazione nelle aree non più in uso, coerenti con la vocazione industriale della città, su questo ho già programmato una serie di incontri nei prossimi giorni con i rappresentanti degli enti locali interessati».
Urso ha voluto infine evidenziare che bisogna «guardare con realismo» al fatto che in tutta l’Europa «l'industria siderurgica è in crisi, le ragioni risiedono nei costi della decarbonizzazione, nei prezzi alti dell’energia e nella concorrenza asiatica»

Il futuro dell’ex Ilva «non può essere l’amministrazione straordinaria ma la realizzazione dell’obiettivo per il quale l’amministrazione è stata disposta dopo il fallimento di Arcelormital, ossia la cessione del compendio aziendale a un soggetto che possa rilanciarlo, grazie anche all’Aia che abbiamo ottenuto e al piano di decarbonizzazione che abbiamo avviato».
Lo ha detto il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso al question time.

«Per quanto riguarda l’intervento dello Stato, ho già detto in altre occasioni che, ove richiesto dagli operatori che stanno partecipando alla gara internazionale, ove necessario, il governo è pronto a valutare l’intervento di un soggetto pubblico a supporto del piano industriale nel pieno rispetto della normativa europea e secondo le procedure di gara, per assicurare la continuità produttiva degli stabilimenti e il processo di decarbonizzazione».

«Il Piano industriale alla base della procedura di gara rimane quello iniziale. Non è cambiato» ha aggiunto Urso precisando che questo «recepisce il vincolo alla decarbonizzazione previsto dal bando, da conseguire nei tempi più brevi possibili».
La gara internazionale «è in atto, i negoziati sono difficili perché l’obiettivo è sfidante» ha proseguito sottolineando che "Il Governo sta intanto lavorando alle condizioni abilitanti nella consapevolezza che la fornitura e il costo dell’energia è il fattore più critico, anche nell’ottica dei fabbisogni connessi alla programmata decarbonizzazione. La tecnologia green ha bisogno del gas. In un contesto in cui non risulta praticabile la soluzione della nave rigassificatrice in ragione delle opposizioni espresse dagli enti locali, stiamo lavorando alle condizioni per un rifornimento terrestre di gas che possa risultare sostenibile economicamente».

Allo stesso tempo, ha aggiunto «stiamo predisponendo le condizioni per interventi di nuova industrializzazione delle aree libere dalla attività siderurgica, sia a Taranto sia a Genova, al fine di favorire nuovi aggiuntivi insediamenti produttivi. Su questo abbiamo già concordato con gli enti locali una serie di incontri previsti nelle prossime ore per lavorare insieme».

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