la storia
Da Stornara ai vertici di Eni e Cattolica: ecco Marcella Caradonna, commercialista a Milano
Attorno a lei la comunità di 300mila pugliesi a Milano: «La nostra regione ha tante potenzialità, bisogna creare sinergie»
Una pugliese a Milano, tra successi e tradizioni. Nata a Stornara, una piccola comunità della provincia di Foggia, Marcella Caradonna ha costruito una carriera di altissimo profilo nel panorama economico e istituzionale italiano. Oggi ricopre incarichi di prestigio in alcune delle più importanti realtà economiche del Paese.
Sindaco effettivo di Eni dal maggio 2021, Professore a contratto presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano, componente del Collegio dei Revisori della SIAE e del Museo Nazionale dell’Arte Digitale. Un percorso professionale che testimonia l’eccellenza e l’impegno costante in ambito economico e accademico, sempre con uno sguardo attento alla crescita del territorio e al valore della tradizione.
«Ho un percorso precedente nella commissione del Consiglio nazionale sugli strumenti stragiudiziali e anche nella fondazione ADR, sempre del Consiglio nazionale. Sono esperienze che mi hanno portato a vivere la vita dell’ordine e quella professionale intrecciate», racconta Caradonna. Un curriculum straordinario che la vede impegnata in molteplici incarichi di rilievo, tra cui quello nell’Organismo di Vigilanza di UNI, Ente di Normazione. «Questi sono solo alcuni degli incarichi che ricopro», aggiunge con semplicità.
«Le tradizioni pugliesi sono sempre state parte della mia vita. Natale, Pasqua, l’impostazione familiare: tutto è rimasto intatto. Le mie radici le sento forti e le sto trasmettendo ai miei figli, perché nelle tradizioni si trova un senso di continuità molto bello», spiega. Un’anima divisa tra due terre, che la porta a riflettere sulle dinamiche economiche del Sud rispetto al Nord. Il Mezzogiorno arretra mentre il Nord accelera? «Io credo che dipenda dal contesto territoriale e dalla storia. La Puglia ha un’ottima imprenditoria, ma dovrebbe aprirsi maggiormente ai cambiamenti. Ci sono realtà pugliesi riconosciute a livello mondiale, ma come sistema economico è necessario un maggiore slancio verso l’innovazione», afferma Caradonna. “Serve più coraggio nel guardare al futuro e nell’integrazione con i mercati globali”.
In Lombardia vivono oltre 300.000 pugliesi, una presenza significativa che arricchisce il tessuto economico, culturale e sociale della regione. «Ci riconosciamo subito, c’è un DNA comune che ci unisce. È bello ritrovarsi e sapere che, anche lontano dalla nostra terra, possiamo fare la differenza”, racconta con orgoglio. “Milano offre opportunità incredibili, ma il legame con la Puglia resta indelebile». Tale connessione profonda si traduce in reti di supporto, collaborazioni e iniziative che valorizzano il talento e le tradizioni pugliesi anche fuori dai confini regionali. La comunità pugliese in Lombardia è un esempio di come le radici possano essere un punto di forza, capaci di generare nuove sinergie tra il Nord e il Sud. Creare un ponte tra questi due mondi significa non solo mantenere vivo il senso di appartenenza, ma anche trasformarlo in un motore di crescita e sviluppo per entrambi i territori.
Fuga di cervelli o nuove opportunità? «Non parlerei di fuga, perché siamo tutti parte della stessa nazione. È più preoccupante quando i talenti vanno all’estero. Milano è attrattiva perché offre possibilità di crescita e connessioni che in alcuni contesti sono più difficili da trovare», spiega. Tuttavia, evidenzia la necessità di migliorare le infrastrutture e le opportunità nel Sud per trattenere i giovani talenti: «Il nostro Paese dovrebbe premere su una maggiore integrazione territoriale, perché il successo di una parte è il successo di tutti».
Un episodio curioso racconta perfettamente l’anima di Marcella Caradonna e il suo modo di vivere le relazioni: «Avevo organizzato una cena istituzionale, tutto molto formale. Poi ho deciso di seguire il cuore: ho sgomberato tutto e preparato un piatto di aglio, olio e peperoncino con i prodotti che mi arrivano dalla Puglia. Siamo rimasti a chiacchierare fino alle tre di notte, creando legami che altrimenti non sarebbero nati». Un gesto semplice ma potente, che dimostra come l’autenticità e il richiamo alle proprie radici possano trasformare anche gli ambienti più rigorosi in occasioni di incontro e condivisione. È proprio in questi momenti che si rafforza il valore dell’appartenenza e della cultura, capaci di superare formalità e distanze. Il cibo, la convivialità e la passione diventano, di fatto, strumenti di connessione umana, creando ponti tra mondi diversi e aprendo la strada a nuove opportunità di collaborazione.
Se dovesse rivolgere un’ammonizione alla sua terra, Caradonna si soffermerebbe sulla carenza di infrastrutture e sulla necessità di adottare un approccio più proattivo. «Più che criticare, voglio valorizzare: la Puglia ha tutte le potenzialità per essere conosciuta nel mondo per la sua bellezza, cultura e ospitalità. Bisogna creare sinergie tra chi vive fuori e chi è rimasto, per far crescere il territorio», conclude con un messaggio rivolto anche al governatore Emiliano. «Creare connessioni tra i pugliesi che vivono fuori e quelli che operano sul territorio potrebbe essere una chiave per lo sviluppo. È fondamentale agevolare tali sinergie e mettere in rete le competenze, investendo in progetti innovativi e sostenibili. Solo attraverso un lavoro di squadra, che coinvolga istituzioni, imprenditori e cittadini, si potranno superare le criticità e valorizzare le eccellenze locali, trasformando la Puglia in un modello di crescita intelligente e inclusiva». Una testimonianza di passione e impegno, che dimostra come le radici non siano un limite, ma un punto di forza per guardare al futuro con consapevolezza e determinazione.