l'intervista

Corrado Clini rilancia l’ex Ilva: «Sì all’acciaio pulito: Taranto può essere laboratorio della transizione»»

maristella massari

L'ex ministro oggi segue progetti per la cooperazione tra Italia e Cina sempre sul fronte ambientale

BARI - È  l’uomo che, da ministro dell’Ambiente del governo Monti (2011-2013), condusse la vecchia proprietà dello stabilimento siderurgico di Taranto, la famiglia Riva, a sottoscrivere gli impegni per il risanamento ambientale poi confluiti nell’Aia e diventati legge, nel 2012. Corrado Clini oggi segue progetti per la cooperazione tra Italia e Cina sempre sul fronte ambientale. Lo incrociamo tra gli stand di Ecomondo, a Rimini al rientro di una lunga trasferta a Shanghai.

Di cosa si occupa ora?

«Sono stato ospite di una università che si chiama Shanghai tech che è una nuova università promossa dal governo cinese per sviluppare le nuove tecnologie e abbiamo avuto un lungo confronto di idee sulle esperienze italiane, europee e cinesi nel percorso che porta verso la strada della decarbonizzazione».

Ci sono novità su questo fronte? La parola d’ordine per traghettare verso il futuro l’Ilva di Taranto, lo sottolinea sempre anche il governatore di Puglia Michele Emiliano, è proprio decarbonizzazione...

«Allora io a Shanghai ho raccontato del progetto dell’utilizzazione delle plastiche, o meglio ancora, dei rifiuti plastici nella produzione di acciaio come alternativa al coke metallurgico, al carbone, come agente riducente».

Una bella svolta. Ma i cinesi sono interessati?

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