L'intervista
Parla Matteo Renzi: «Emiliano si dimetta. Il Pd? Insegue solo i 5S»
La discesa dei big in Puglia: la parola al leader di Italia Viva «a Bari libertà di voto. Laforgia schiacciato sulla Cgil»
Presidente Matteo Renzi, oggi a Bari, che posta in palio c’è nelle prossime europee?
«Il futuro del Vecchio continente. L’Europa è un’idea bellissima ma o la rilanciamo o diventiamo irrilevanti. Eppure servirebbe l’Europa in questo mondo impazzito in cui scoppiano guerre, manca la politica e servono decisioni condivise e multilaterali. Ecco perché gli Stati Uniti d’Europa sono il sogno più bello. Mi rivolgo soprattutto ai giovani e a chi vuol dare un voto d’opinione slegato dai soliti ras delle preferenze: siamo il voto più libero e più innovativo. Siamo quelli che chiedono il voto per un sogno, non per un singolo candidato».
Italia viva si schiera con gli Stati uniti d’Europa e con l’area di Emma Bonino. In cosa vi distinguete rispetto alla proposta degli ex amici del Terzo polo di Azione, che in Puglia sono in maggioranza con Emiliano?
«Come anche Meloni, Schlein e Tajani, Calenda si candida ma non andrà a Bruxelles in caso di elezione. Per me questa è una truffa bella e buona».
A cosa si riferisce?
«Ci sono tre differenze tra noi e Azione. La prima: Calenda si candida per finta, noi ci candidiamo davvero. Se eletto, si dimetterà. Noi se eletti, andremo a Strasburgo. La seconda: Azione nel simbolo ha il cognome di Calenda. Noi nel simbolo abbiamo gli Stati Uniti d’Europa. Noi votiamo un progetto, non un ego. La terza: Calenda ha votato la fiducia a Emiliano, noi abbiamo votato contro Emiliano. Come abbia fatto Azione a rimangiarsi le posizioni su Tap, Ilva, Xylella, Buona scuola, trivelle è un mistero. Ma io so che preferisco perdere una battaglia che perdere la faccia».
La querelle Superbonus, la lite Tajani-Giorgetti e Conte che al Sud rivendica il reddito di cittadinanza. Quando finiranno gli effetti della stagione populista?
«Difficile da dirsi. Lei sa che io ho pagato sulla mia pelle le battaglie contro Conte e Emiliano sul reddito: io ero per il lavoro, non per i sussidi. Ero per JobsAct e Industria 4.0 non per il populismo. Ma l’ho fatto con coraggio perché penso che un vero leader debba lottare anche controcorrente. E chiedo ai pugliesi di votarmi per l’Europa, scrivendo il nome Renzi, perché penso che a Bruxelles servano leader coraggiosi, non yesman».
Il caso Puglia: che quadro emerge dopo vent’anni di centrosinistra a trazione Emiliano e dopo gli scandali sul malaffare e il voto di scambio che hanno travolto esponenti vicini al centrosinistra?
«A me non fanno impressione le indagini o gli scandali. Anche perché io sono garantista a differenza di Emiliano che è rimasto un giustizialista nell’anima. Io contesto al presidente della Regione Puglia un modo di governare finalizzato a inseguire i populisti e copiare i grillini. Le sue battaglie contro di me sono state feroci e aggressive sotto il profilo umano. Ma sono state soprattutto sbagliate sui contenuti: prenda solo l’esempio del Tap. Ma lei si ricorda quante me ne dicevano alla Fiera del Levante e ogni volta che scendevo nel Salento? Oggi quella scelta ha salvato l’approvvigionamento energetico del Mezzogiorno, eppure non trovo uno che chiede scusa o dice grazie»...