A Gioia del Colle
Grandi manovre nei cieli di Puglia: la Nato mette in mostra i suoi «gioielli»
Dodici Paesi e mille militari coinvolti nell’esercitazione internazionale
GIOIA DEL COLLE - La Nato mette in vetrina sui cieli della Puglia i suoi pezzi migliori, dando prova di grande compattezza e interoperabilità tra le forze dell’Alleanza. È in corso nella sede del 36° Stormo Caccia di Gioia del colle, storica base aerea dell’Aeronautica militare in provincia di Bari, il «Nato Tiger Meet», un’esercitazione internazionale di altissimo livello che vede cooperare insieme a scopo addestrativo le forze armate di 12 paesi: Belgio, Grecia, Portogallo, Turchia, Svizzera, Francia, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Polonia, Austria e ovviamente Italia. Ieri è iniziata la seconda settimana di lavoro di un’attività che ha già collezionato oltre 670 ore di volo complessive. Sono i numeri a raccontare l’importanza di un evento che coinvolge circa mille militari di 12 nazioni e 17 Gruppi di volo internazionali. L’obiettivo è quello di massimizzare l’integrazione e l’addestramento dei reparti di volo, in un contesto internazionale e a valenza interforze. All’esercitazione, infatti, prende parte anche la Marina Militare presente con il cacciatorpediniere «Duilio», impiegato per la difesa antiaerea, e la Brigata Marina San Marco, mentre l’Esercito Italiano ha fornito un significativo supporto logistico e operativo, come anche la Protezione Civile Puglia che sta avendo modo di operare in un contesto addestrativo multinazionale, nell’ambito della continua collaborazione che da sempre porta avanti con le forze armate.
Ieri la base aerea ha ospitato le delegazioni dei capi di stato maggiore dei paesi stranieri. «La presenza qui di tutti questi capi di forza armata - ha dichiarato alla Gazzetta - il generale di squadra aerea Luca Goretti, capo di stato maggiore dell’Aeronautica -, è l’ennesima dimostrazione di come l’Italia abbia un ruolo molto importante in Europa e di quanto fondamentale sia lavorare sull’interoperabilità. Portiamo ad esempio la situazione alla guerra in Ucraina. Noi dal primo giorno abbiamo lavorato insieme con colleghi tedeschi, inglesi e rumeni e lo stiamo ancora facendo in in Polonia. Questo è un messaggio che va dato anche a chi ci deve ascoltare. Noi siamo molto compatti molto uniti e lo vogliamo far vedere. Ecco questa esercitazione è un’ennesima dimostrazione: la Nato e i paesi europei sono molto uniti e sono convinto - ha detto ancora il generale Goretti - che lavorando insieme si può dare veramente un bel messaggio a chi oggettivamente questo messaggio in questo momento non lo vuole ascoltare».
Poi il messaggio alla popolazione della Puglia. Il «Nato Tiger Meet» mancava dall’Italia da 35 anni. L’ultima volta era stato organizzato a Cameri nel 1988. Si tratta di un’attività addestrativa che ogni anno dal 1960 fa incontrare i gruppi di volo delle diverse forze armate nel cui stemma è presente una “tigre”. Nel 2023 l’organizzazione è toccata all’Aeronautica militare italiana proprio nell’anno delle celebrazioni per la fondazione dell’Arma azzurra. Il «Nato Tiger Meet» oggi consolida anche il ruolo strategico operativo della Puglia sul cui territorio sono presenti 3 basi di punta dell’Aeronautica: Amendola, Gioia del Colle e Galatina. «Gioia del Colle è sempre stata una delle nostre punte di diamante. La possibilità di avere due piste e tanti spazi consente di poter operare con un numero molto ragguardevole di velivoli. Devo inoltre ringraziare e me lo faccia dire - ha concluso il generale Goretti -, la popolazione pugliese che ci accoglie sempre con un calore che è unico».
I piloti delle basi pugliesi si sono distinti in una operazione molto delicata lo scorso 21 settembre, quando una coppia di F35A della base di Amendola rischierati nella base aerea di Malbork, si è alzata in volo per un «alfa scramble», il decollo su allarme, allo scopo di intercettare due velivoli non identificati, provenienti dalla Russia e penetrati nello spazio aereo Nato, poi scortati fuori dallo stesso spazio aereo.
«Questa è una cosa che ci distingue - ha spiegato il generale di squadra aerea Roberto Biavati, comandante della squadra aerea dell’Aeronautica -. Abbiamo costantemente centinaia di persone in tutti momenti di tutto l’anno in prontezza operativa per vari motivi. Uno di questi è la difesa aerea nazionale. Uno dei nostri compiti principali è intercettare un velivolo che viene qua senza permesso, anche semplicemente come spesso succede perché ha dei problemi radio e quindi non possiamo sapere cosa sta succedendo. Sono operazioni che richiedono secondi e noi siamo addestrati a rispondere in tempi rapidissimi a tutela della difesa aerea».
Il comandante del 36° Stormo caccia, il colonnello pilota Massimiliano Pomiato ha voluto ringraziare la popolazione di Gioia del colle «soprattutto perché - ha detto -, è stata la zona che ha dovuto sopportare maggiormente l’aumento di rumore causato dall’aumento dell’attività. Tutta la comunità si è dimostrata vicina allo Stormo, capendo le esigenze legate anche alla necessità in questo momento storico di operare in meeting di questo tipo perché è durante questo tipo di esercitazioni che viene messa alla prova l’interoperabilità tra i paesi membri della Nato e sono occasioni davvero uniche».