L’intervista

«Con il governatore emiliano in campo la buona politica»

Michele De Feudis

Parla Serena Triggiani, ex presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari, neoiscritta dem

Serena Triggiani, già presidente dell'Ordine degli avvocati di Bari, perché ha scelto di aderire al Pd e impegnarsi nel congresso di rifondazione del partito?

«Innanzitutto credo che tutti i cittadini debbano sentirsi impegnati nella cura e nella gestione della cosa pubblica, anche attraverso la politica. A maggior ragione credo lo debbano fare le professioni liberali che sono linfa vitale dell’economia e democrazia di un Paese. Ci sono momenti nella vita di ciascuno di noi e del Paese in cui si deve rispondere alla chiamata di impegnarsi tutti per rifondare un’idea politica e un partito che è stato alla guida di un intero paese e che non può disperdere il patrimonio ideologico culturale e sociale che lo hanno contraddistinto. La Puglia e Bari sono un esempio di questo patrimonio politico e di idee che va valorizzato e non disperso».

Quale mozione l'ha convinta di più?

«Ho sempre creduto nella capacità e nell’ambizione della politica di poter cambiare la realtà che ci circonda. Per questo penso che Stefano Bonaccini abbia le caratteristiche e l’esperienza per portare avanti un’idea di buona politica che cammini insieme ad un’idea di buon governo, coinvolgendo la base e con l’obiettivo di dare non solo al partito democratico ma anche al Paese intero un’altra idea di società».

Le donne, la politica e l'impegno civile: oltre le quote rosa, che si può fare?

«Ecco il punto che più mi sta a cuore: non esistono “quote rosa”! l’impegno delle donne, i valori di cui sono portatrici, le competenze, la visione di medio/lungo termine: tutte qualità di cui la politica e in genere la vita di una società civile non possono più fare a meno».

II suo rapporto con la politica ha una ascendenza familiare?

«Essendo nata in una famiglia tradizionalmente orientata nel panorama della sinistra, con un padre giuslavorista e impegnato nella tutela dei più deboli, sin da piccola ho avuto e coltivato le mie idee politiche guardando ai valori del lavoro, dei diritti, delle pari opportunità, dell’impegno sociale e politico; negli anni mi sono dedicata alla professione dedicandomi alla politica forense, che per spirito di servizio ho portato avanti e su cui continuerò ad impegnarmi. In questo momento però ho sentito che serviva fare un passo in società e provare a lavorare - insieme ad altre persone lungimiranti - ad un’idea di “fare bene in comune”».

Sulla giustizia il Paese si divide sempre di più. Anche sul 41 bis ritorna la dicotomia giustizialisti-garantisti. È inevitabile?

«Se in un paese non funziona la giustizia, tutti abbiamo un problema di civiltà e democrazia. Le contrapposizioni esistono ed esisteranno sempre, ma non bisogna soffiare sul fuoco della paura sociale per prendere decisioni importanti sulla vita e sui diritti delle persone».

Lei è stata il primo presidente donna dell'Ordine degli avvocati di Bari. Cosa pensa di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi? Influirà questa novità storica sull'impegno delle donne in politica?

«La prima donna presidente di un ordine professionale nel 2022: è un elemento su cui riflettere. Siamo nettamente indietro in tema di pari opportunità. Per quanto riguarda l’elezione di Giorgia Meloni, ne ho apprezzato la tenacia e il coraggio pur non condividendo le sue idee politiche. Ha rappresentato comunque un fatto importante per la politica del nostro paese, che credo influirà sulle scelte future. Mi auguro di vedere presto una presidente della Repubblica donna, così come donne nelle cariche apicali delle grandi società e nei cda».

Domenico De Santis è il nuovo segretario del Pd Puglia. Ha un libro da consigliargli per vivere al meglio questa stagione di impegno in prima linea?

«A De Santis consiglio “Il Pensiero meridiano” di Franco Cassano. Rileggerlo - come spesso faccio io - lo aiuterà a tenere ben salda la visione su quello che siamo e su cosa possiamo diventare».

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