L'intervista
«Dalla Puglia e da Bari la spinta per la Pace», parla il politologo barese Vacca
«Decaro può essere il capofila della mobilitazione dal basso»
Una conferenza internazionale per il cessate il fuoco in Ucraina, da varare su spinta europea e nel solco della lezione di papa Francesco: un obiettivo che si può raggiungere dall’alto, ma anche dal basso con una mobilitazione della società civile e in particolare dei sindaci delle grandi città, a cominciare dal presidente Anci e primo cittadino barese Antonio Decaro. È questo l’approdo del lungo ragionamento che Beppe Vacca - filosofo, politologo e già presidente della Fondazione Istituto Gramsci - affida alla «Gazzetta» dieci giorni dopo la consultazione elettorale, riattraversata proprio in relazione all’evolvere del quadro internazionale.
Professor Vacca, da dove iniziamo?
«Dal radicale mutamento della mission della Nato. Non mi riferisco solo all’allargamento ad Est ma alla definizione di una alleanza che si accresce per combattere un nemico».
E il nemico sarebbe? La Cina?
«Sì. La Nato nasce nel ‘49 come un’alleanza difensiva rispetto a un sistema bipolare che si stava sviluppando in quella fase. Poi l’orientamento è cambiato con un atto che non è passato dal controllo e dal vaglio di nessun Paese coinvolto...
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