L’intervista
«Io, da grillina, voterò la fiducia al governo tradire significa seguire la pancia del Paese», parla Maria Soave Alemanno
La parlamentare salentina, in dissenso sulla linea Conte, potrebbe lasciare il movimento
Criticata ferocemente dai colleghi grillini per la sua intenzione di sostenere il premier Mario Draghi, Maria Soave Alemanno, deputato M5S salentino, spiega alla «Gazzetta» le ragioni della sua scelta comsapevolmente governista, respingendo al mittente le invettive ricevute (compresa l’accusa di tradimento e il riferimento agli «spunti» che meriterebbero i dissidenti sulla fiducia). Oggi potrebbe lasciare il Movimento.
Onorevole Alemanno, oggi come si orienterà nel dibattito parlamentare?
«Come annunciato, se il presidente Draghi, chiederà la fiducia delle Camere, io la accorderò senza alcun dubbio. Oltre un anno fa, in piena crisi pandemica, ho approvato la formazione di un Governo di unità nazionale. Non smetterò di sostenerlo oggi di fronte a un’emergenza sociale, se possibile, ancor più critica. Il numero di persone che non riescono ad arrivare a fine mese è in continuo aumento, il prezzo del pane e della pasta – parliamo dei beni essenziali - continua a salire, il carovita è insostenibile e anche il Terzo Settore rischia il collasso. Non voglio essere complice di un ulteriore peggioramento della situazione. Desidero contribuire a mettere sul piatto delle soluzioni. E queste servono adesso, non tra settimane o mesi. Non possiamo permetterci perdite di tempo».
Conte sostiene che il movimento sia stato umiliato da Draghi. Condivide questo presupposto dello strappo?
«Non parlerei né di umiliazione né di responsabilità da parte di Draghi. Chiaramente a ogni azione corrisponde una reazione. Draghi è stato conseguente alla situazione creatasi in Parlamento».
Cosa non torna nella gestione di questa crisi da parte dei grillini?
«Negli anni il Movimento ha ottenuto risultati straordinari – penso al Reddito di cittadinanza, al superbonus, alle norme anticorruzione. Le riforme più importanti sono state le nostre. Ci siamo arrivati partendo dalle piazze, lavorando nelle commissioni parlamentari e in Aula. Il corto circuito è scattato perché non abbiamo mantenuto la stessa incisività nonostante fossimo al governo. E ora questa crisi, che è per lo più politica, rischia di essere tutta a spese dei cittadini».
Il ruolo del garante Grillo? Perché non fate votare gli iscritti sul futuro del governo?
«Il voto è una prerogativa del capo politico. Evidentemente non ha ritenuto che ci fossero le condizioni per ricorrervi».
Il dissenso sulla linea dei 5s la porterà ad andar via?
«Il dissenso è vitale in democrazia e in molti casi è occasione di arricchimento perché aiuta ad andare oltre il pregiudizio e a guardare la situazione da un’altra prospettiva. Mi spiace constatare che purtroppo all'interno del Movimento la mia opinione divergente non è stata ben accolta. Anzi sono stata bersaglio di alcuni attacchi violenti e molto duri. Qualcuno ha parlato di tradimento dei valori del Movimento. Ecco, in un simile momento, io credo che abbiamo il dovere di mantenere una visione d’insieme e parlare a ogni cittadino. Perché tutti attendono risposte e soluzioni. Sbagliato rivolgersi esclusivamente alla pancia del proprio elettorato o perdersi in strategie politiche oggi più che mai fuori luogo. Considerando questo punto di vista, mi chiedo: chi sta davvero tradendo qualcuno?».