Le grane per l'ex premier

Conte e 5 Stelle sotto esame tra statuto e lotte interne

Michele De Feudis

Santeramo, Dell’Olio contro il leader: non va dove corriamo soli

Settimana cruciale per il leader del M5S Giuseppe Conte tra fibrillazioni con il governo sulle armi a Kiev, turbolenze interne all’arcipelago grillino, la questione giudiziaria sullo statuto davanti al Tribunale di Napoli e polemiche per l’organizzazione dell’agenda elettorale in Puglia.

Il primo passaggio delicato si registrerà domani con i magistrati campani: ci sarà l'udienza per il ricorso sullo Statuto e in ballo c’è la conferma dell’ex premier alla guida del Movimento. «Non sono preoccupato - ha spiegato l'avvocato di Volturara Appula - perché il percorso che abbiamo fatto ha la massima sicurezza giuridica». La pensa diversamente Lorenzo Borrè, avvocato che segue i grillini dissidenti promotori del ricorso: «Se dovesse arrivare una nuova sospensiva - ha spiegato il legale romano - le cariche sarebbero di nuovo congelate. Non sarebbe la messa in crisi del M5s, ma si dovrebbe procedere a una nuova delibera in conformità con la legge e lo Statuto». L’entourage contiano, però continua a sfoderare ottimismo in ogni caso, considerando il proseguimento dell’azione politica e la leadership «non in discussione».

Le diatribe interne però non sono finite: tanti deputati e senatori non rispettano l’impegno di versare al movimento una parte degli emolumenti parlamentari. Qui Conte non ha tergiversato: «Il tema delle restituzioni esiste - ha chiarito il presidente 5s - e lo affronteremo, ma molto serenamente».

Di sicuro il Movimento sta diventando partito, anche per le dinamiche conflittuali che cadenzano la vita associativa: dopo il voto nei municipi si procederà ad una ulteriore svolta partitocratica, con l’indicazione dei responsabili territoriali (e potrebbe anche in questo caso nascere un nuovo polverone di polemiche).

Il nodo più dolente riguarda l’iter che porterà ad una nuova risoluzione sulle armi in Ucraina. «Dite che vogliamo lavorare per far cadere il Governo? Assolutamente no - ha replicato Conte ai critici - Noi vogliamo rafforzare l’azione del governo, ma nella direzione giusta». Fino al 21 giugno, quando il premier Draghi verrà in Parlamento, c’è tempo per far pesare il dissenso pentastellato sugli armamenti da inviare a Zelensky. La posizione del resto è netta: «Basta riarmo ed escalation militare - ha puntualizzato Conte - Vogliamo che Draghi sia protagonista in Europa: non per proporre la pace, ma per imporla».

Rumoreggia anche la base e in Puglia è esplosa la grana del tour elettorale di Conte che non prevedeva le tappe a Santeramo e Barletta, dove i grillini contro da soli contro Pd e centrodestra. Per questo sono insorti nella chat interna il senatore Gianmauro Dell’Olio e la deputata Angela Masi. Il parlamentare barese si è detto «incazzato nero» perché Conte aveva previsto di non andare in comuni dove i militanti si sono fatti «il fondoschiena» in questi anni. Come a Santeramo dove spiega Dell’Olio, «ora è candidata la nostra vicesindaca con la lista M5S e una lista civica in cui ci sono persone che si erano allontanate dal M5S e ora si sono fidate del nuovo corso di Giuseppe…». Il consigliere comunale di Crispiano Piero Liuzzi si chiede: «Ma quando finirà questa sudditanza nei confronti del partito di Bibbiano?». Ma c’è anche chi tira in ballo il vicepresidente tarantino Mario Turco. E Liuzzi replica tranchant: «Turco risponde e ti chiama solo se ha bisogno del tuo voto». Alla fine però Conte ha aggiunto nel suo tour la tappa (giovedì è il giorno pugliese) di Santeramo. Ma non tutti sono contenti nel turbolento movimento pugliese…

Privacy Policy Cookie Policy