L'inchiesta
Crac Fimco, dalla PopBari al caso Metropol: «Una consulenza da un milione»
La Fimco di Fusillo pagò l’avvocato Meranda (finito nell’indagine di Milano sul petrolio russo). «Al legale soldi per attività mai fatte»
BARI - Tra il 2015 e il 2018 una delle società dell’imprenditore barese Vito Fusillo ha pagato consulenze per oltre un milione di euro a Gianluca Meranda, l’avvocato calabrese divenuto celebre tre anni fa per il caso del Metropol di Mosca: ovvero la trattativa, poi abortita, per far arrivare alla Lega finanziamenti per 50 milioni di euro attraverso una vendita di petrolio russo.
È un vero e proprio mistero quello dei soldi che la Fimco di Fusillo, fallita nel 2019, ha versato all’avvocato d’affari con studio a Bruxelles. Soprattutto perché non è chiaro a cosa servisse davvero la consulenza siglata nel gennaio 2015: Meranda in base al contratto doveva affiancare la Fimco per i rapporti con fondi di investimento, «eventuali acquisizioni di complessi immobiliari residenziali e/o alberghieri all’estero, e al reperimento di possibili partner di caratura internazionale». Ma la società di Noci, fallita nel 2019, non ha mai operato all’estero.
Le carte sono state depositate nei giorni scorsi dal pm Lanfranco Marazia come indagini integrative svolte nell’ambito del processo per il crac Fimco, in cui l’imprenditore è a giudizio insieme agli ex vertici della Banca Popolare di Bari, Marco e Gianluca Jacobini, accusati di bancarotta distrattiva e preferenziale per le «operazioni circolari» fatte con la Fimco che ne avrebbero causato il fallimento. Agli atti sono finite, in particolare, le relazioni dei curatori fallimentari di Fimco, secondo cui l’avvocato Meranda aveva firmato un contratto biennale da 540mila euro l’anno e ha ottenuto un totale di 945mila euro (l’ultima fattura da 135mila euro è stata oggetto di nota credito) con più pagamenti andati avanti fino a fine 2018...