L'inchiesta sulle visite

Bari, la difesa del primario arrestato «I 200 euro? Regalo di un amico»

Massimiliano Scagliarini

L’oncologo Lorusso davanti al gip. La Procura: abusava del suo ruolo, resti in carcere

BARI - I 200 euro che gli sono costati il carcere non erano il prezzo incassato abusivamente di una visita di controllo, ma «un regalo da parte di un paziente con cui nel frattempo si era instaurato un rapporto di amicizia». Nessuna concussione, dunque: è questa la linea di difesa che l’ormai ex primario dell’Oncologia medica dell’Irccs di Bari, Vito Lorusso, ha esposto al gip Rosa Caramia chiamata a decidere sulla convalida dell’arresto eseguito in flagranza dalla Polizia, mercoledì mattina: il medico, barese, 67 anni, è accusato di concussione e peculato. La Procura, con la pm Chiara Giordano, ha chiesto la convalida e la custodia cautelare in carcere motivata dal rischio di reiterazione.

Agli atti dell’inchiesta, partita lo scorso anno, ci sono le intercettazioni telefoniche e le immagini delle telecamere nascoste dai poliziotti nello studio privato del medico, al primo piano dell’ospedale di Poggiofranco: dal 20 giugno, quando sono partite le intercettazioni, sarebbero stati almeno una trentina i pagamenti che Lorusso ha ottenuto dai pazienti. Somme variabili dai 100 ai 300 euro che, secondo l’ipotesi di accusa, il medico otteneva a fronte di «favori» prospettati a persone in stato di necessità, debilitate dalla malattia e dunque in forte soggezione psicologica, cui avrebbe proposto di «mettersi nelle sue mani» perché «la sanità pubblica non funziona», seguendoli nelle visite e curando le prenotazioni.

Ma la difesa, con gli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta, nell’udienza di convalida ha circoscritto il tema al solo episodio da cui è scaturito l’arresto in flagranza. E ne ha dunque chiesto l’annullamento, ritenendo che i fatti emersi non comprovino una costrizione da parte del medico nei confronti del paziente: «Si trattava - ha detto Lorusso - di un “follow up” che precede la chemioterapia, già fissata per il 2 agosto e senza nessuna possibilità di intervenire da parte mia per anticiparla». Dunque, nessuna scorciatoia per modificare le liste d’attesa, e nessun «favore» al paziente (che nello studio era entrato insieme alla compagna) «ma solo l’attenzione nei confronti di una persona che mi era stata presentata anni fa e che...

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