I numeri

Bollini Rosa 2025, la Puglia brilla: 22 ospedali premiati, 8 con il massimo riconoscimento

Massimo riconoscimento anche a Irccs Casa Sollievo di San Giovanni Rotondo

In Puglia sono 22 gli ospedali premiati dalla Fondazione Onda-Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna e di Genere per l’attenzione dedicata alle patologie femminili.

Otto hanno ottenuto il massimo riconoscimento, 3 Bollini Rosa: Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia), San Paolo Bari, San Giacomo Monopoli, Presidio Mater Dei Bari, Istituto tumori Giovanni Paolo II Bari, Vittorio Emanuele II Bisceglie, Città Lecce Hospital Lecce e SS. Annunziata Taranto. Nove hanno ottenuto 2 Bollini e cinque con 1 Bollino. L’ospedale di San Giovanni Rotondo è l’unico della provincia di Foggia ad aver ottenuto 3 bollini, come avvenuto già nei due bienni precedenti, 2025-2024 e 2023-2022. «Il lavoro fatto in queste 12 edizioni del Bollino Rosa è importante per rinnovare la nostra attenzione nei confronti della salute orientata al genere femminile» - commenta la presidente di Fondazione Onda Ets Francesca Merzagora.

«Accogliamo con grande soddisfazione la riconferma dei 3 Bollini Rosa per il terzo triennio consecutivo - spiega Gino Gumirato direttore generale di Casa Sollievo della Sofferenza - Rappresenta sicuramente un valore distintivo nel territorio pugliese. In quest’ottica di continuo miglioramento nei prossimi giorni saremo pronti ad inaugurare, con il contributo fondamentale delle associazioni di settore, l’ambulatorio di Agopuntura a sostengo delle donne in cura oncologica per patologia mammaria e ad implementare un nuovo algoritmo decisionale per affrontare le cosiddette anomalie della placentazione. Per quanto riguarda la violenza di genere - conclude il direttore generale - stiamo promuovendo un corso di formazione in due edizioni rivolto al personale medico e infermieristico. L’obiettivo è aiutarli a riconoscere, oltre ai casi evidenti, anche quei segnali e quei sintomi aspecifici che possono nascondere episodi di violenza non dichiarati dalle pazienti».

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