sanità
Medicina, nell'ospedale di Altamura uno studio su una malattia rara che colpisce la retina
La ricerca condotta da due medici del reparto di Oculistica e pubblicata su una delle più importanti riviste scientifiche americane
BARI - I risultati di un lavoro di ricerca su una malattia molto rara che colpisce la retina, condotto da due medici del reparto di Oculistica di Altamura ( Giuseppe Donvito e il direttore dell’unità operativa Vito Primavera) sono stati pubblicati sull'American Journal of Ophthalmology Case Reports, una delle più importanti riviste scientifiche americane nel campo dell’oculistica.
Lo rende noto l’Asl Bari. Le attività scientifiche dei due medici hanno riguardato la 'Peripapillary Pachychoroid Syndrome (Pps), malattia rara appartenente al gruppo delle malattie da pachichoroide, e riconosciuta per la prima volta nel 2018 da un team di ricercatori dell’Università di Zurigo su di un gruppo di 16 pazienti. Donvito e Primavera sono stati impegnati nello studio e nella cura di due persone affette da questa malattia. Nel lavoro Peripapillary pachychoroid syndrome, a different pathway in venous remodelling of the choroidal vasculature, i due medici specialisti hanno riconosciuto la causa, individuato ulteriori segni clinici utili alla diagnosi ed integrato le recenti acquisizioni sulla sua terapia. «L'aumento della resistenza al deflusso - spiegano gli autori nell’articolo - attraverso le vene vorticose o le vene coroidopiali, come osservato nei pazienti affetti da Pps, è la causa della congestione della coroide e delle manifestazioni corioretiniche correlate».
I due autori hanno quindi formulato un’ipotesi che, se riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale, potrebbe contribuire a migliorare le conoscenze attuali su come funziona la circolazione venosa della regione circostante il nervo ottico. Il passaggio dall’analisi scientifica alla cura è quindi, prosegue la nota, l’obiettivo finale per il quale i ricercatori dell’Oculistica di Altamura hanno messo a punto la strategia diagnostica e terapeutica migliore».