salute
Bari, dopo 30 anni curate le cicatrici da ustioni di un 45enne pugliese: il progetto pro bono RigeneraDerma
L'iniziativa offre cure a 500 persone nei centri aderenti per migliorare la vita delle donne vittime di violenza e delle persone economicamente svantaggiate: in Puglia il caso di Michele Santomasi
BARI - Le cicatrici, anche quelle molto estese e datate, possono essere curate. E’ l’impegno del progetto RigeneraDerma, che si pone l’obiettivo di riparare il danno funzionale per migliorare la vita delle donne vittime di violenza di genere e delle persone economicamente svantaggiate. Il progetto, che offre cure pro bono a 500 persone nei centri che aderiscono all’iniziativa, oggi ha fatto tappa a Bari dove a beneficiarne è stato Michele Santomasi, un uomo di 45 anni con cicatrici da ustioni di terzo grado riportate quando aveva dieci anni. I risultati sono stati presentati da Chiara Giorgio, medico estetico e dirigente medico fisiatra all’ospedale della Murgia Fabio Perinei di Altamura (Bari), e Maurizio Busoni, docente al master in Medicina estetica all’università di Barcellona e a quello in Medicina estetica e rigenerativa all’università di Camerino.
«Michele è arrivato con il lato destro del corpo coperto da ustioni di terzo grado - ha spiegato Busoni -. Abbiamo iniziato a curare le sue cicatrici oltre 30 anni dopo. In questo lasso di tempo, le cicatrici si sono consolidate, cambiando la postura di Michele e condizionando la sua piena capacità di movimento». Per gli specialisti è stata una grande sfida perché «in letteratura scientifica nessuno è mai riuscito a ottenere miglioramenti significativi su ustioni così gravi, estese e vecchie», ha aggiunto. Giorgio ha evidenziato che «la gestione terapeutica rappresenta un argomento difficile da affrontare per le conseguenze estetiche e soprattutto funzionali, talora drammatiche». Santomasi ha confermato di aver ottenuto «notevoli miglioramenti dal punto di vista funzionale e una maggiore libertà nei movimenti». «Questo - ha detto - ha inciso positivamente sul mio quotidiano»