Il nuovo tariffario nazionale
Sbloccati i nuovi Lea: «La Puglia li attendeva»
Montanaro: bene il Tar, ora 406 prestazioni saranno coperte
BARI - La partita è stata giocata in meno di ventiquattro ore. Prima il decreto con il quale - lunedì 30 dicembre - il Tar del Lazio aveva sospeso il Tariffario delle Prestazioni di Specialistica ambulatoriale e protesica. Poi l’istanza di revoca del decreto Tariffe, depositata dall’Avvocatura dello Stato, a distanza di ventiquattro ore, per conto del ministero della Salute. Sono salvi quindi i Livelli essenziali di assistenza (LEA), le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire gratuitamente a tutti i cittadini. Ma restano le polemiche sul nuovo tariffario, contro il quale hanno fatto ricorso le associazioni del sistema privato e che sarà ridiscusso dai giudici il 28 gennaio.
La decisione che congelava la riforma che sarebbe dovuta scattare proprio il 30 dicembre, era infatti contenuta in un decreto cautelare monocratico del Tar del Lazio emesso nell’ambito di un ricorso presentato da centinaia di strutture accreditate con le maggiori associazioni di categoria. Punto di partenza il nomenclatore tariffario della sanità che è l’elenco che regola il costo statale di esami, visite, e protesi. Con il maxi-ricorso che aveva congelato l’operazione si mirava ad evidenziare la mancata considerazione dell’andamento dei costi produttivi aggiornati. Il Tribunale amministrativo aveva quindi considerato fondate le argomentazioni di Federanisap, Aiop, Uap, dagli avvocati di Forum Team - Legal Healthcare, contro il decreto del ministero della Salute emanato lo scorso 27 dicembre. Poi la contromossa del ministero accolta dal tribunale che «ha preso atto della dichiarata gravità delle conseguenze della sospensione del decreto in esame, che determinerebbero il blocco del sistema di prescrizione, prenotazione ed erogazione, con conseguente disservizio all’utenza e ritardi nell’erogazione delle prestazioni e, in ultima analisi, con un impatto sulla salute dei pazienti».
«Si attendeva questo provvedimento da troppo tempo – ha spiegato il direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro –. Ora mettiamo al sicuro quattrocento sei nuove prestazioni, su un totale di oltre duemila, che sarà possibile erogare a carico del Servizio sanitario nazionale. Il provvedimento, per esempio, individua chiaramente tutte le prestazioni di procreazione medicalmente assistita (Pma) che saranno erogate a carico dello Stato e che fino ad oggi erano erogate solo in regime di ricovero».
Dalla Pma, quindi, alla consulenza genica, l’adroterapia, l’enteroscopia con microcamera ingeribile e la radioterapia stereotassica, sono tante le nuove prestazioni previste. E poi ancora apparecchi acustici a tecnologia digitale, attrezzature domotiche e sensori di comando, arti artificiali a tecnologia avanzata e sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo. L’aggiornamento ha riguardato in totale oltre tremila prestazioni di specialistica ambulatoriale e di assistenza protesica e l’impatto complessivo risulta pari a oltre cinquecento milioni di euro per la specialistica ambulatoriale e a quarantasette milioni per la protesica. Prevista anche la diagnosi e monitoraggio della celiachia e gli screening neonatali per alcune patologie. Il nuovo nomenclatore tariffario, inoltre, amplia l’elenco delle protesi per arti superiori e inferiori, fornendo una copertura completa per numerosi dispositivi prima non inclusi. «Ora – ha concluso Montanaro - occorre solo mettersi al lavoro affinché i cittadini, dopo tanta attesa, possano trarne i giusti benefici da questo provvedimento».