il punto del direttore
Decaro e Fitto: alleati in Europa, avversari in Puglia
Si tratta di due incarichi di prestigio, pieni di contenuti politici e materiali, in grado di avvicinare la Puglia all’Europa e non solo
È una Puglia decisamente più internazionale quella che torna al lavoro dopo la pausa agostana. Ai fasti del G7 – un indiscutibile successo di immagine per la nostra regione – si aggiungono i numeri delle presenze turistiche straniere sulle nostre spiagge e nelle nostre campagne e due importanti ruoli ottenuti da altrettanti politici pugliesi. Il primo a superare i confini regionali è stato Antonio Decaro, eletto con una valanga di preferenze al Parlamento Europeo e poi chiamato a guidare la strategica Commissione Ambiente che tante volte in passato si è occupata della Puglia, non sempre in termini lusinghieri a partire dal caso Ilva, ancora irrisolto. L’altro è Raffaele Fitto, il ministro di Maglie indicato dal Governo Meloni come componente della Commissione Europea.
Si tratta di due incarichi di prestigio, pieni di contenuti politici e materiali, in grado di avvicinare la Puglia all’Europa e anche di cambiare il paradigma di un rapporto che spesso ci ha visto finire nel mirino degli organismi comunitari per inadempienze e inefficienze, collezionando brutte figure, scandali e procedure di infrazione.
Avversari dalle nostre parti, anche se mai direttamente e sempre anzi facendo salvo un buon rapporto personale spesso mal digerito dai rispettivi cerchi magici, Decaro e Fitto, poi, in Europa sono perfino alleati, o meglio dalla stessa parte: il primo ha votato a favore della rielezione di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Europea, il secondo di quella Commissione è stato designato a farne parte dal governo italiano e potrebbe diventarne uno dei vicepresidenti esecutivi.
Naturalmente non è lecito aspettarsi di vedere Decaro e Fitto a braccetto come due compagni di governo ma ipotizzare una collaborazione non solo di facciata è possibile, magari proprio in nome della Puglia, chiamata a guardare all’Europa e ai fondi europei per sciogliere i nodi che ne limitano le possibilità di sviluppo, a partire dalle infrastrutture stradali e ferroviarie, ferme a realizzazioni di decenni fa, ormai incompatibili con il rinnovato diritto alla mobilità vantato da chi nella nostra terra ci vive o vuole venirci a vivere o a trascorrere le vacanze. Occorrono investimenti straordinari per opere in grado concretamente di connettere la Puglia all’alta velocità e ai corridoi europei.
Certo, molto dipenderà da quanto i giochi della politica pugliese, già protesa alla corsa per le regionali (si voterà tra un anno o con le provinciali nella primavera 2026?) coinvolgeranno Decaro e Fitto. Il primo sta girando come una trottola, non perdendo un appuntamento con le feste dell’Unità e persino con le feste patronali di Puglia, segno che vuole mantenere forte il legame con il territorio in vista di una possibile candidatura alla presidenza (ufficialmente non auspicata), al netto del fantasma terzo mandato evocato da Michele Emiliano. Il secondo sarà fisicamente più lontano dalla Puglia (per la gioia di alcuni esponenti del centrodestra, gli stessi che si sono sperticati in complimenti pubblici per la sua nomina) e dovrà istituzionalmente volare più alto e più lontano dalle beghe di coalizione ma non mancherà di dire la sua rispetto alla scelta del candidato presidente.
Cosa augurarsi? Che il bene della Puglia venga prima delle fortune politiche personali e che anzi proprio le fortune politiche personali di Decaro e Fitto siano fonte di benefici per la nostra regione.