Biancorossi

Bari, la Coppa Italia finisce a Ferrara: 11 metri amari ma si torna a testa alta

Antonello Raimondo

Decisivi i rigori contro la Spal. Errori di Minelli e Candellone

La Coppa Italia del Bari finisce a Ferrara. Notte di gala per i pugliesi, da più di due anni intrappolati nel calcio dei poveri. Non male la squadra di Auteri che per lunghi tratti di partita riesce a tenere botta al più quotato avversario. A decidere sono i rigori, restano 120’ utili ad avvicinare la migliore condizione fisica.

Il primo tempo scivola via in una situazione di sostanziale equilibrio. Il Bari regge bene l’urto nonostante sia evidente la maggiore qualità degli emiliani. Quando la Spal abbassa la pressione i biancorossi sono bravissimi a cercare subito la profondità. De Risio si muove bene e con Maita costituisce una coppia abbastanza assortita. Meno brillante la prestazione di Semenzato, dal suo lato nascono alcune delle azioni più pericolose dei padroni di casa. Non ci sono azioni da gol clamorose, ma sono quasi tutte spalline le azioni più pericolose. Gol sfiorato in due circostanze: prima è Sernicola a sprecare calciando a lato da ottima posizione su assist di Castro, poi è ancora più grave l’errore di Murgia, poco prima dell’intervallo, al culmine di una bella iniziativa di Sebastiano Esposito, il promettente attaccante che l’anno scorso seppe meritare la fiducia di Antonio Conte nell’Inter.

Nella seconda parte di gara aumenta la pressione della Spal che ha voglia di chiudere la pratica. Il Bari, però, regge nonostante un calo sul piano dell’intensità dettato anche dalla differenza di categoria. Auteri butta dentro Marras, Marino risponde con l’accoppiata Floccari-Jankovic. Più pericolosa la squadra di casa, indubbiamente, ma proprio allo scadere il neo entrato Antenucci (quanti applausi per il grande ex di turno) manda in porta con un tocco Celiento che, invece di piazzare il pallone, cerca un destri strappatio e il pallone termina incredibilmente. Emblematico il labiale del difensore barese: «Sono scarso». Davvero un’occasione monumentale.
I supplementari sono la fiera di strappi e slanci. Domina la stanchezza, più confusione che altro. E allora tutti sul dischetto. Sbaglia prima Floccari, Candellone lo imita con un destro imbarazzante. Poi si impappina pure Minelli ed è Tomovic a chiudere il conto.

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