Politica e scandali

Regione, al posto di Lacarra una imputata per corruzione

Anita Mauridinoia verso il consiglio regionale: e lunedì inizia l'udienza preliminare

MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - La surroga dei Consiglieri regionali dopo le elezioni politiche potrebbe avvenire martedì 20 o, più probabilmente, sette giorni dopo. Al posto di Marco Lacarra, segretario regionale del Pd destinato a un seggio sicuro alla Camera, subentrerà una imputata per corruzione aggravata. È Anita Maurodinoia, 43 anni: lunedì prossimo, la «lady preferenze» del Comune di Bari dovrà infatti comparire davanti al gup insieme al marito e ad altre 25 persone.

L’inchiesta si chiama «On the road 2», per anni ha passato al setaccio gli appalti della Provincia di Bari ed ha finora inanellato una lunga serie di archiviazioni. Ma alcune accuse resistono. Una di quelle più gravi riguarda appunto Maurodinoia: nel suo ruolo di presidente del Consiglio provinciale, avrebbe ottenuto soldi, lavori edili in casa, l’uso gratuito di automobili e 24mila euro in cambio di numerosi appalti assegnati alla stessa ditta, quella degli imprenditori omonimi (sono nonno e nipote) Vito Partipilo. La stessa accusa riguarda anche Alessandro Cataldo, marito della Maurodinoia: la Procura, con il pm Luciana Silvestris, ritiene i coniugi di Triggiano «referenti politico-istituzionali» dei due imprenditori, e contesta ad Alessandro Cataldo di aver esercitato la sua influenza su un dirigente della Provincia, Cataldo Lastella (anche lui imputato) per favorire i Partipilo.
Maurodinoia entrerà come prima dei non eletti nelle liste Pd della provincia di Bari, anche se potrebbe poi iscriversi al gruppo consiliare che fa riferimento all’assessore Alfonso Pisicchio (con cui è alleata al Comune di Bari, dove è stata eletta con il centrodestra).

La circostanza sta creando più di un malumore tra i Dem di via Capruzzi, che in questo momento hanno diversi problemi giudiziari: Filippo Caracciolo, anche lui candidato alle Politiche per il Pd, si è dovuto dimettere da assessore all’Ambiente quando è emerso il suo coinvolgimento in un’indagine su appalti pubblici truccati (uno stralcio dell’inchiesta sull’Arca di Bari, peraltro ancora in corso). La stessa sorte era toccata anche a Gianni Giannini, ex assessore ai Lavori pubblici: una delle accuse (in relazione ad una diversa inchiesta sempre relativa ad appalti) però è già stata archiviata.

Oltre a rispondere di corruzione, Maurodinoia è accusata anche di truffa. Secondo l’accusa avrebbe infatti ottenuto dalla Provincia il rimborso di una missione a Roma per una riunione istituzionale cui non avrebbe partecipato. Ora il gup Francesco Pellecchia dovrà stabilire se queste ipotesi meritino un processo: l’udienza preliminare, inizialmente fissata a ottobre, è slittata a lunedì prossimo per un difetto di notifica.
È utile ricordare che per quelle stesse accuse la Procura aveva chiesto i domiciliari per Cataldo e una serie di sequestri a carico della Maurodinoia, e che il giudice non aveva ritenuto sussistenti i gravi indizi per l’ipotesi di corruzione (ma solo per la più lieve ipotesi di truffa). Il problema politico, però, c’è tutto, e non solo perché il movimento politico della Maurodinoia, Sud al Centro, ha ufficialmente sostenuto il Pd alle elezioni politiche. Ma anche perché la corruzione è tra le accuse che ricadono nell’ambito di applicazione della legge Severino: in caso di condanna, anche non definitiva, è prevista la sospensione dalle cariche elettive per un periodo di 18 mesi. Difficile però che una eventuale sentenza di primo grado possa arrivare prima della fine della consiliatura regionale. Il nodo sta nel grumo di interessi politici: il via libera alla candidatura di Lacarra in posizione blindata implicava infatti l’ingresso di Maurodinoia in Regione. Lady preferenze (che non è obbligata a dimettersi) fa da ago della bilancia nella maggioranza del Comune retto da Antonio Decaro, più che lieto di scaricare la patata bollente a Emiliano. Ecco perché la candidatura di Lacarra è stata figlia di compromessi, e lascerà strascichi pesanti.

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