Il convegno a Bari

Emiliano «celebra» Almirante e respinge attacchi da sinistra

Il Governatore: «Il patrocinio? Atto dovuto. La critiche? Non accetto lezioni da quattro ragazzini»

MICHELE DE FEUDIS

BARI - La degenerazione della partitocrazia, la lotta contro «la repubblica dei ladri», i limiti del regionalismo e una visione dell’Europa come sovrastato in grado di tenere in giusto conto le istanze nazionali: il pensiero di Giorgio Almirante è stato riattualizzato secondo queste coordinate ieri nel convegno barese promosso a Villa Romanazzi dalla Fondazione intitolata alla memoria del leader missino e dalla consigliera comunale Irma Melini. Presenti oltre trecento partecipanti e la figlia del politico, Giuliana de’ Medici, mentre la moglie, Donna Assunta, ha inviato un messaggio video di saluto. Nel pubblico anche il deputato di Fi, Francesco Paolo Sisto, e Annarita Tateo, candidata della Lega, gli ex parlamentari Angiola Filipponio, Simone Di Cagno Abbrescia, Ettore Bucciero, Euprepio Curto e Antonio Sabatino del «Comitato di Crollalanza».

La manifestazione è stata contestata da Potere al Popolo e Leu per la concessione del patrocinio della Regione Puglia. Il governatore Michele Emiliano, di contro, ha replicato così alle critiche da sinistra: «Che io sia antifascista non me lo insegneranno certo quattro ragazzini. Ho diritto di parlare di Almirante quando mi pare e piace. Non devo dare conto a nessuno di questo». Poi ha specificato che l’atto della sua giunta è «dovuto» per un incontro che ha «offerto un approfondimento storico» su uno dei più importanti protagonisti della destra italiana, celebrato dagli avversari e dai massimi vertici istituzionali (a partire dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella).

Il ritratto di Almirante ha avuto un canovaccio a più voci grazie al ricordo di Nicola Buccico, già vicepresidente del Csm, che è stato in gioventù dirigente del Fuan con Almirante oppositore interno del segretario Arturo Michelini, alla testimonianza di Adriana Poli Bortone, dirigente nazionale della Fiamma e parlamentare vicina al leader romano, e all’interpretazione politologica di Massimo Magliaro, scrittore (il suo volume «Il Msi» è stato recentemente tradotto in Francia e Spagna) e storico portavoce di Almirante.

«Una costante è stata - ha spiegato Adriana Poli Bortone - la tensione per le riforme di Almirante, che aveva colto come le regioni avessero tutti gli elementi per diventare dei centri di malaffare e spese folli, determinanti nell’aggravare il debito pubblico. Il segretario era poi un riformista, per cambiare l’impianto istituzionale in chiave presidenzialista. L’ultimo ricordo? Un biglietto che mi mise in tasca, con parole sull’amicizia in politica, un sentimento raro e prezioso». Buccico, rivendicando la sua estrazione conservatrice e l’adesione al progetto di destra moderata interpretato dalla breve esperienza di Democrazia nazionale, ha ricordato come grazie ad Almirante la destra italiana «era riuscita a diventare punto di riferimento di conservatori, monarchici e liberali, soprattutto al Sud, dove non c’erano le ruggini legate alla guerra civile e si manteneva una netta distanza dalla xenofobia, con una classe dirigente di valore composta da uomini come Araldo di Crollalanza, Giuseppe Tatarella, Mimmo Mennitti ed Ernesto De Marzio». Magliaro, oltre a ricordare la passione per la Juventus di Almirante e il sostegno che riservarono al Msi «l’artista Giorgio De Chirico, e i popolari attori Aldo Fabrizi e Lando Buzzanca», ha rimarcato le battaglie per la pacificazione nazionale del segretario della Fiamma, «che fin dal 1946 si impegnò al fine di ricomporre la nazione dopo le ferite della guerra. Anche nelle giornate successive all’infame rogo di Primavalle, firmato dall’estrema sinistra, la sua reazione fu questa: ‘mai vendetta, sempre giustizia’». Una lezione sempre attuale nella «Povera Italia» eternamente divisa tra guelfi e ghibellini.

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