Politiche 2018
La guerra degli uninominali Ecco la sfida a «Bari centro»
Temi e strategie dei candidati. Dopo anni di ubriacatura social, tutti scommettono sul «porta e porta»
LEONARDO PETROCELLI
BARI - A pochi giorni dalla chiusura ufficiale delle liste si infiamma già la contesa nei collegi uninominali dove il «peso» dei nomi s’avverte più che nella battaglia proporzionale. Nel collegio camerale Puglia 01, quello denominato «Bari centro» (il «perimetro» esatto è descritto nel box a parte) e ritenuto «in bilico», secondo i sondaggi sarebbe il centrodestra a guidare le danze con una percentuale di poco superiore al 35%. Dietro, a una manciata di punti, il M5S. Più distante, invece, il Partito democratico, senza dimenticare l’incognita Leu che qui esprime una candidatura di peso.
Il blocco conservatore punta su un volto civico promosso da Forza Italia, quello di Antonella Ida Roselli, avvocato e unica donna tra i big in corsa nel collegio. La Roselli che inaugurerà il 10 febbraio il proprio comitato in pieno centro (via Piccini 19), ha scelto - ed è un vero Leitmotiv di questa campagna - la via del «porta a porta», cioè del giro attraverso i quartieri e, soprattutto, dell’interlocuzione con le tre categorie che, più di altre, costituiscono il suo riferimento politico: le imprese, spesso difese in tribunale contro la Pubblica Amministrazione, le donne e i giovani. L’obiettivo del «rientro dei cervelli» (la Roselli ha una figlia che studia a Milano) è, infatti, una sfida in cima al suo programma elettorale.
Sulla «riconoscibilità» e sulla «stretta di mano» punta, invece, il candidato del centrosinistra Marco Lacarra, segretario regionale del Pd, che a giorni inaugurerà il comitato elettorale tra Corso Cavour e via Piccini. L’approccio - meno schiacciato sui social di altri («sto imparando», scherza il diretto interessato) - è dichiaratamente trasversale e punta, in particolare, al coinvolgimento del mondo giovanile, dell’universo sportivo e della sfera delle professioni. Ma è soprattutto la carta della «prossimità», cioè della rimozione delle barriere fra il politico e l’uomo comune, a rappresentare il cuore della strategia comunicativa. Come chiarisce lo stesso Lacarra «sono uno da oratorio e vengo dalla strada, nel senso più positivo dell’espressione».
Il MoVimento 5 Stelle schiera invece il manager del terzo settore Paolo Lattanzio, il creatore, nel 2006, della prima web radio antimafia nelle scuole (Radio Kreattiva). Qui, oltre al giro rituale nei quartieri, saranno le armi «classiche» dei pentastellati a far la differenza: una forte campagna social e, soprattutto, la presenza degli ormai collaudati gazebo tematici dedicati all’approfondimento di un argomento specifico. Il proposito, più che rincorrere gli altri partiti, è quello di «sedurre» gli indecisi muovendo dal programma e dall’illustrazione dei singoli progetti, anche attraverso il coinvolgimento di esperti. Il tema della legalità, come può facilmente desumersi scorrendo il curriculum di Lattanzio, avrà naturalmente un ruolo centrale nel racconto elettorale.
Molto «pop» è l’avvio della campagna del candidato di LeU, l’avvocato Michele Laforgia, che ha affidato il proprio esordio a un video che ricontestualizza il trailer di Arancia Meccanica di Kubrick. Un lancio in vista della serata dell’8 febbraio al Nuovo Palazzo dove il dato culturale e suggestivo, sempre presente, intreccerà i temi programmatici. Senza trascurare il multimediale e le dirette streaming, Laforgia scommette molto sul dialogo con le associazioni e le cooperative. Dal punto di vista tematico, spazio ai nodi lavoro, scuola, integrazione e migranti. A sinistra di Leu si segnala anche l’attivismo, già visibile nelle strade baresi, del movimento Potere al Popolo che, nel collegio, schiera lo stimato medico italo-palestinese Jarban Bassem, da sempre in prima linea nelle battaglie per i diritti e contro le disuguaglianze. In corsa anche il Partito Comunista, guidato da Marco Rizzo, che mette in campo Irene Notarnicola.
Chi certamente viene dalla militanza quotidiana per le strade e lì, naturalmente, giocherà la propria partita, è CasaPound che, nel collegio,presenta il giovane fotoreporter Antonio Caradonna. Il «format» elettorale sarà quello della militanza classica - banchetti, volantinaggi, comizi, volontarismo sociale - con una forte accentuazione dei temi sovranisti ad iniziare dall’uscita dall’euro.
Chiude l’elenco la lista Il Popolo della Famiglia, movimento anti-gender impegnato sui temi della natalità, che presenta Vito Pietro Loporcaro.