la reazione del governatore

Caso Ryanair, Emiliano: «Meno voli, meno soldi»

BARI - «Il nostro accordo pubblicitario è ovviamente anche legato al numero dei voli che sono quelli sui quali la pubblicità poi viene rimandata. Quindi meno voli meno soldi. La misura ha già dentro di sé un automatismo così come definita dalla precedente amministrazione regionale». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano di commentare la cancellazione di alcuni voli, anche negli scali pugliesi, da parte della compagnia Ryanair.

La Regione eroga ad Aeroporti di Puglia (Adp) 12,5 milioni di euro l’anno per consentire ad Adp le attività di promozione del territorio. Un’attività per la quale Aeroporti di Puglia ha siglato un contratto con le società del gruppo Ryanair che si occupano di trasporto e promozione turistica di Bari e Brindisi per promuovere la Puglia sul sito della compagnia irlandese.

"In realtà - ha spiegato Emiliano - la Puglia ha perso pochissimi voli per quello che ci risulta. Alcuni devo dire abbastanza fastidiosi come il Bari-Londra che ha creato molti disagi ai viaggiatori». «Però - ha proseguito - pensiamo che da metà ottobre questa storia si chiuda.

È stato un disguido organizzativo, capita a tutti, anche a Rayanair che viene considerato un 'Moloch’, di avere evidentemente programmato male il processo delle ferie dei propri dipendenti». «Se fosse successo alla sanità pugliese - ha concluso - mi avreste mangiato, vero?».

DUE LECCESI DA RISARCIRE - La compagnia aerea Ryanair dovrà risarcire due giovani passeggeri salentini costretti a restare a Roma a proprie spese per due notti e poi a ripiegare su un viaggio in treno per poter rientrare a casa a Brindisi dopo circa 60 ore di attesa avendo subito prima la cancellazione del loro volo e poi l’enorme ritardo del volo di riprotezione assegnato due giorni dopo. Lo ha stabilito il giudice di pace di Brindisi Giovanni Lanzellotto che ha riconosciuto ai due diciottenni un risarcimento di complessivi 950 euro. Lo rende noto il difensore e segretario di Codici Lecce, Stefano Gallotta.

I due ragazzi sarebbero dovuti partire da Roma Fiumicino con alle 8.30 del 7 gennaio 2017. Dopo diverse ore di attesa, riferisce il legale, venne comunicato che il volo era stato cancellato, proponendo loro di rientrare a Brindisi in pullman o la riprotezione su un volo in partenza due giorni dopo, ossia alle 8.30 del 9 gennaio. Poichè le condizioni meteorologiche sconsigliavano di mettersi sulla strada - sottolinea l’avvocato - i giovani optarono per la seconda possibilità «nonostante fosse loro negato il sacrosanto diritto a soggiornare in albergo a spese del vettore per le due notti antecedenti alla ripartenza».

«Così, costretti ad alloggiare in sistemazioni di fortuna per due notti, non avendo la disponibilità per pagare le spese di soggiorno in albergo, i due giovani si presentavano al check-in dell’aeroporto di Fiumicino alle 07.30 del 9 gennaio e, ancora una volta, dovevano sopportare l’ennesima lunga attesa sino alle 11.30, quando apprendevano che il proprio volo era stato posticipato alle ore 19.20». Per scongiurare il rischio di passare a Roma un’altra notte, i due giovani decisero quindi di rientrare in treno con l’unica combinazione disponibile (regionale Roma/Pescara e Freccia Bianca Pescara/Lecce), giungendo alla stazione di Lecce solo alle 23.00 circa del 09 gennaio, cioè con oltre due giorni e mezzo di ritardo rispetto al programma. Il giudice ha stabilito per ciascuno di loro un risarcimento di 250 euro e un indennizzo per danni di 225 euro.

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