La proposta

Missione per «Il libro possibile» libreria possibile a Polignano

di Valentino Losito

Ricordate Marcello Marchesi? Con una delle sue fulminanti battute «il signore di mezza età» invocava «meno tavole rotonde e più tavole calde». Una profezia che si invera in quegli spettacoli d’arte varia che sono le kermesse librarie estive, come il riuscitissimo «Il Libro Possibile» di Polignano a Mare.

Spettacoli d’arte varia, perché la nobile e difficile della lettura, quasi un esercizio spirituale, si combina con il gustare cibi e bevande, lasciandosi trascinare dai goderecci afrori gastronomici che si spandono da ogni locale del centro antico.
Accade così che un libro di poesie fa il verso ad un hamburger, un trattatello di storia venga condito da un olezzo di frittelle. Un saggio sulla fine della politica conviva con un panino tonno e maionese o un romanzo noir debba fare i conti con birra, salsicce e patatine.

Forse è uno stereotipo del nostro vecchio Sud, dove tutto deve finire a "parmigiana"(quelle strabilianti e inimitabili delle poche ed eroiche nonne rimaste) e dove non sai mai dove finisce lo struscio e inizia il percorso dei paripatetici, dove la sagra paesana cede il passo al festival culturale. E del resto piccoli bar e ruspanti trattorie, sono luoghi dell’ anima e di creatività per artisti e scrittori di ogni tempo.

Basti pensare a La Bodeguita del Medio, tipico bar ristorante de l’Avana a Cuba, locale storicamente frequentato da personaggi famosi come Salvador Allende, Pablo Neruda e Ernest Hemingway.

Va bene anche così, per carità. Passeggiare in mezzo alla storia, vedere chiese e palazzi antichi è una sensazione impagabile, come quel brulicare di gente tra vecchie botteghe artigiane e case dalle scale e dai balconi fioriti. E poi il mare e quelle scogliere a strapiombo sull’azzurro. Tutto ”Meraviglioso”, come cantava Domenico Modugno, il mai abbastanza osannato mito musicale del paese.

Quando però, la musica finisce e gli scrittori se ne vanno, è giusto chiedersi, cosa “producano”, in termini di reale crescita culturale del territorio, queste serate splendenti di best-seller e focaccine, di grandi nomi, maghi del gelato e leccornie varie.
E così scopri (e quasi non vorresti crederci) che a Polignano, una delle perle dell’Adriatico, che ogni anno, per quattro giorni, celebra le magnifiche e progressive sorti del libro, non c’è una libreria.

“L’unica libreria – racconta Alberto Selvaggi – giornalista e scrittore, geniale penna di origini polignanesi - fu aperta, negli anni ’90, da un eroico e famoso romano alternativo che si trasferì qui a Polignano. Era in via Roma, primo isolato, sotto casa sua. Molti libri alternativi, compresa Stampa Alternativa, ma ovviamente pochissimi clienti. Sopravviveva più che altro con le magliette. Mentre già stava fallendo morì di infarto. Da allora più nulla” conclude Selvaggi.

Ecco allora la “missione” da affidare all’edizione 2018 del “Libro Possibile”: l’apertura e l’inaugurazione di una libreria. Da intitolare magari a Marguerite Yourcenar. La grande scrittrice sosteneva infatti che “fondare biblioteche (e aprire librerie n.d.r.) è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”.

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